
Il deputato Claudio Stefanazzi, ex capo di gabinetto in Regione, rivolge un duro monito al candidato governatore Antonio Decaro, entrambi membri del Partito Democratico. Nel mirino di Stefanazzi c’è la rottura di una consolidata prassi interna al partito, legata alle recenti tensioni sulla candidatura con la richiesta di escludere dalle liste il presidente uscente Michele Emiliano.
In una lettera aperta pubblicata dal Nuovo Quotidiano, Stefanazzi esprime grande preoccupazione per l’addio a quella che definisce una “prassi dell’unità” interna al partito, un principio che ha guidato il PD pugliese per oltre vent’anni.
L’esponente dem afferma:
“Temo che si sia creato un precedente pericoloso: è stata accantonata quell’idea, forse romantica e poco politica, secondo cui comunque vada, ci si salva sempre insieme. Un metodo che avevamo perseguito con tenacia e che ci ha reso un gruppo dirigente unico a livello nazionale.”
Stefanazzi sottolinea come questa unità, malgrado i litigi e le dispute anche accese, abbia sempre portato alla fine a un fronte compatto e coeso, garantendo stabilità e sicurezza al partito e ai suoi esponenti, compreso Decaro stesso in momenti difficili della sua carriera politica.
La rottura del patto di coesione
Con rammarico, Stefanazzi osserva che questo patto di lealtà interna ora è venuto meno. Il punto critico è stato proprio il percorso di scelta della candidatura alla presidenza della Regione Puglia, che ha visto Decaro avanzare la richiesta di escludere Emiliano dalle liste del partito. Questa iniziativa ha infranto l’antica consuetudine di unità, alimentando divisioni profonde.
Va detto che una richiesta simile, avanzata da Decaro anche in relazione all’ex governatore Nichi Vendola e alla sua possibile candidatura con una lista civica, non ha invece avuto conseguenze concrete, rafforzando così ulteriormente la percezione della frattura interna.
Conseguenze per il Partito Democratico
Secondo Stefanazzi, questa spaccatura indebolisce significativamente il PD locale, compromettendo la capacità del partito di presentarsi come un interlocutore stabile e credibile di fronte agli elettori e ai prossimi scenari elettorali.
L’ex capo di gabinetto afferma altresì che la tensione emersa nel Pd pugliese rischia di far naufragare una tradizione di coesione rara nella politica italiana, che aveva garantito per anni una gestione condivisa delle sfide interne e una rappresentanza unitaria sul territorio.
L’appello è dunque a ritrovare un equilibrio che salvaguardi il dialogo e la partecipazione, valori fondamentali per il futuro della comunità democratica regionale e nazionale.

La situazione delineata mostra, almeno in teoria, uno scenario in cui il Partito Democratico appare indebolito rispetto alle altre liste con cui si presenterà alle prossime elezioni. Questo potrebbe portare a un Consiglio regionale ancora più frammentato rispetto all’attuale, in un momento storico in cui invece si potrebbe aspirare a rendere il PD la principale forza della coalizione di centrosinistra.
Secondo Stefanazzi, Decaro ha sottoposto i cittadini pugliesi e il partito a uno stress inutile, trasformando un passaggio che avrebbe dovuto essere carico di gioia e un po’ di dolce nostalgia per i momenti trascorsi in una vera e propria via crucis.
Ha poi aggiunto:
“Se c’è una cosa che sperimenterai a breve, è fisiologico, è l’estrema solitudine che in alcuni momenti proverai nel ruolo che stai per assumere, contendendo con il centrodestra.”