
“Il settore farmaceutico ha chiuso il 2022 in maniera molto positiva, con una crescita anno su anno di circa il 10 per cento, quindi sfonderemo i 38 miliardi di valore della produzione, con un grande traino dell’export”. Così il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, nella foto, in un incontro con la stampa. “Ma abbiamo bisogno di riforme – ha aggiunto – via il payback, via le logiche di taglio dei prezzi e di investimento, in un’ottica di valorizzazione dei farmaci per la salute dei cittadini, per dare sviluppo e accesso rapido ai farmaci e all’innovazione a livello centrale e regionale. Questi sono i nodi fondamentali da sciogliere, per dare più salute ai cittadini e più sviluppo industriale al paese, laddove la nostra industria è rimasta una delle poche eccellenze”. “Siamo un bersaglio in guerra – spiega Cattani, secondo il quale – l’Italia ha perseguito logiche e politiche allucinanti, abbiamo i prezzi medi dei farmaci rimborsati più bassi d’Europa. La sostenibilità di alcune produzioni è molto difficoltosa a causa degli aumenti delle materie prime, nel 2022 abbiamo avuto aumenti del 50 per cento. Oggi c’è una difficoltà degli approvvigionamenti e ai cittadini bisogna spiegare che, come sono aumentati pane e bollette, così possono aumentare i farmaci. Non siamo in un mondo parallelo. Nel 2022 abbiamo avuto una riduzione dei prezzi dell’1 per cento certificata dall’Aifa, non è sostenibile. Le priorità per l’Italia – rimarca ancora Cattani – sono quindi il superamento del payback, che è una tassa per le aziende che riduce la sostenibilità, e lavorare per ridurre i tempi di accesso, la Germania è il riferimento in Europa, lì a due mesi dall’approvazione Ema un farmaco è disponibile”. Sulla riforma dell’Aifa, il presidente Farmindustria sottolinea: “Ci stiamo confrontando per dare il nostro contributo, ricordiamo che Aifa è l’agenzia più sottostaffata in Europa, quindi la logica di semplificazione della governance dovrebbe tenere conto anche di questo. L’agenzia – rimarca Cattani – dovrebbe anche garantire il sostegno dello sviluppo e della valorizzazione dell’industria farmaceutica”. Per Farmindustria, che già nei giorni scorsi aveva parlato di una carenza farmaci rientrata, è però importante tenere sotto controllo anche il “fenomeno di export parallelo, che ancora non esiste per l’Italia ma il paese potrebbe essere esposto se si perseguono ancora tagli dei prezzi”. La giusta risposta contro il rischio di carenza farmaci, infine, sta nel “ripensare a quel modello di produzione dei principi attivi, che oggi è marginale per l’Italia e l’Europa e che invece deve avere qui da noi delle produzioni leadership”.