Un team di ricerca del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha sviluppato un modello di intelligenza artificiale in grado di rilevare il morbo di Parkinson dalla lettura dei modelli respiratori di una persona. Lo strumento in questione è una rete neurale, una serie di algoritmi collegati che imitano il modo in cui funziona un cervello umano, in grado di valutare se qualcuno ha il Parkinson dalla sua respirazione notturna, cioè dai modelli respiratori che si verificano durante il sonno. La rete neurale è anche in grado di discernere la gravità del morbo di Parkinson di qualcuno e tracciare la progressione della sua malattia nel tempo. I risultati del team di ricerca sono stati pubblicati su “Nature Medicine”.Nel corso degli anni, i ricercatori hanno studiato il potenziale di rilevamento del Parkinson utilizzando il liquido cerebrospinale e la neuroimaging, ma tali metodi sono invasivi, costosi e richiedono l’accesso a centri medici specializzati, il che li rende inadatti a test frequenti che potrebbero altrimenti fornire una diagnosi precoce o un monitoraggio continuo sulla progressione della malattia. I ricercatori del MIT hanno dimostrato che la valutazione da parte dell’intelligenza artificiale del Parkinson può essere eseguita ogni notte a casa mentre la persona dorme e senza toccare il corpo. Per fare ciò, il team ha sviluppato un dispositivo con l’aspetto di un router Wi-Fi che invece di fornire l’accesso a Internet, emette segnali radio, analizza i loro riflessi dall’ambiente circostante ed estrae gli schemi respiratori del soggetto senza alcun effetto corporeo. Il segnale respiratorio viene quindi inviato alla rete neurale per valutare la presenza del Parkinson in modo passivo e non è necessario alcuno sforzo da parte del paziente e dell’operatore sanitario. “Una relazione tra il morbo di Parkinson e la respirazione è stata notata già nel 1817, nel lavoro del dottor James Parkinson. Questo ci ha motivato a considerare il potenziale di rilevamento della malattia dalla respirazione”, afferma Dina Katabi a capo del team “Alcuni studi medici hanno dimostrato che i sintomi respiratori si manifestano anni prima dei sintomi motori, il che significa che gli attributi respiratori potrebbero essere promettenti per la valutazione del rischio di Parkinson”.