Agricoltori, allevatori e pastori in Piazza Santi Apostoli a Roma contro l’invasione dei cinghiali, insieme alle istituzioni e ai cittadini provenienti da tutta Italia, insieme ai giovani e alle donne di Coldiretti, che ha organizzato il blitz di ieri. L’appello è quello di avviare subito l’abbattimento, ma Coldiretti si è detta pronta anche a chiedere l’intervento dell’esercito per fermare l’invasione di ungulati. “Stiamo difendendo le nostre aziende- dice il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri- quelle che ci hanno lasciato i nostri padri e i nostri nonni. Le stesse che con passione e dedizione cerchiamo di portate avanti per lasciarle ai nostri figli. Il rischio è quello di far fallire queste attività. Nel Lazio sono presenti molte aziende suinicole importanti, alcune delle quali dispongono anche di oltre settemila capi. Il loro futuro è messo a rischio se non partiranno subito gli abbattimenti, così come l’eradicazione”. Intanto a Rieti si è registrato il primo caso della peste suina e cresce la preoccupazione degli allevatori. “La velocità con cui si a diffonde la peste suina rischia di mettere in discussione non soltanto la filiera suinicola, ma anche altre realtà, come le aziende agricole e in particolare modo zootecniche. Saremo costretti a distruggere anche fieno e paglia, che in questo periodo storico, anche a causa delle ripercussioni del conflitto, costano oro”. E in merito Granieri prosegue sottolineando, “Siamo molto soddisfatti della cabina di regia e siamo altrettanto soddisfatti della richiesta di indennizzi del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Noi dobbiamo pensare al rilancio, come quello progettato per le aree del cratere di Amatrice, dove è previsto un incremento della presenza di suini per potenziare la filiera suinicola. E se anche quella diventerà zona rossa a causa della peste suina, si perderanno soldi già stanziati e spesi. Investimenti fondamentali per il settore”.