Ricoveri, visite e accertamenti da recuperare ma anche pazienti affetti da “long Covid” da continuare a seguire. Strascichi anche importanti che in media interessano intorno al 15% dei guariti, con il 41,7% delle strutture che indica una percentuale tra il 5 e il 10% di long Covid, che sono però tra il 10 e il 20% nel 33,3% dei casi, tra il 20 e il 30% dei guariti nell’8,3% degli ospedali, mentre soltanto il 16,7% ha rilevato meno di un 5% di long Covid. Lo afferma la surey del Fadoi, Federazione degli internisti ospedalieri, condotta su 19 regioni. I disturbi prevalenti sono: stanchezza cronica, accusata dal 79,2% dei guariti, difficoltà respiratorie ( 62,5%), “nebbia cerebrale” ( 20,8%), mentre il 16,7% ha accusato problemi neurologici e una stessa percentuale cardiaci. Ben l’87,5% degli ospedali ha comunque attivato servizi dedicati ai pazienti long Covid, nella maggior parte dei casi ambulatori dedicati, con possibilità di eseguire follow up.
“Dati – afferma il presidente del Fadoi Dario Manfellotto – che testimoniano lo sforzo compiuto dagli ospedali e in particolare dai reparti di medicina interna, per non lasciare soli i tanti pazienti che accusano complicanze anche a distanza di mesi dalla guarigione”.