
(di Tiziano Rapanà) Vi riporto quanto sta accadendo attorno al pecorino romano. Secondo la stampa nazionale il Consorzio di tutela del formaggio Dop che sorveglia le produzioni in Sardegna, Lazio e provincia di Grosseto potrebbe modificare il disciplinare di produzione introducendo nel ciclo produttivo anche latte proveniente da razze non autoctone, come le pecore israeliane Assf, le Lacaune francesi o meticce. Da qui è partita la genesi del vento della polemica. Alcuni hanno insinuato una possibile presenza al 10% di latte straniero nella produzione dei formaggi. Il Consorzio si difende e spiega la complessità di una questione, che è stata raccontata con troppa frettolosità. Molti hanno attaccato l’istituto, senza conoscere a fondo la situazione. È bene che si sappia che nell’attuale disciplinare di produzione non sono previste limitazioni di razza. Pertanto per la prima volta si vuole intervenire per regolamentare tale ambiguità, stabilendo che almeno il 90% del latte utilizzato per la produzione di Pecorino Romano debba provenire da pecore di razza autoctona (Sarda, Vissana, Sopravissana, Comisana et cetera). Tra l’altro, è stato il Ministero dell’Agricoltura a chiedere un intervento sulla proposta di esclusività delle razze autoctone avanzata a gennaio 2020, suggerendo. al Consorzio di prevedere un margine di contaminazione. Tutto questo va a beneficio degli allevatori, li si preserva dallo spettro di possibili sanzioni pecuniarie. Secondo il presidente del consorzio, Gianni Maoddi: “Il latte è sempre stato e sempre sarà quello prodotto nella zona di origine, non accettiamo falsità e insinuazioni e siamo pronti a querelare chiunque affermi che si vuole utilizzare latte proveniente da zone esterne. La questione interessa solo la genetica del bestiame allevato e munto esclusivamente nell’area di produzione (Sardegna, Lazio e provincia di Grosseto), non la provenienza del latte. Evidentemente, qualcuno ha interesse a creare confusione, in malafede, per provare a danneggiare il comparto che dice di voler difendere”.