Confindustria vede una «incerta risalita dalla voragine». Il Centro studi di via dell’Astronomia ha tagliato al +4,1% la sua previsione per il Pil 2021 e vede un +4,2% per il 2022. «Non si tratta di crescita», avvertono gli economisti dell’associazione degli industriali, perché in questo modo e con questi dati «a fine 2022 l’economia italiana avrebbe a stento chiuso il profondo gap aperto nel 2020 dalla pandemia». In pratica, si tornerebbe allo stato dell’economia di 12 mesi prima, nell’ipotesi migliore del Centro studi degli industriali.
Confindustria vede una «incerta risalita dalla voragine». Il Centro studi di via dell’Astronomia ha tagliato al +4,1% la sua previsione per il Pil 2021 e vede un +4,2% per il 2022. «Non si tratta di crescita», avvertono gli economisti dell’associazione degli industriali, perché in questo modo e con questi dati «a fine 2022 l’economia italiana avrebbe a stento chiuso il profondo gap aperto nel 2020 dalla pandemia». In pratica, si tornerebbe allo stato dell’economia di 12 mesi prima, nell’ipotesi migliore del Centro studi degli industriali.
Le incertezze, il Covid e la campagna vaccinazioni
La previsione è comunque «condizionata all’avanzamento della vaccinazione di massa in Italia ed in Europa», quindi alla «incertezza» dell’ipotesi che «la diffusione del Covid sia contenuta in maniera efficace a partire dai prossimi mesi». Venerdì, il governatore di Bankitalia, Vincenzo Visco, aveva manifestato preoccupazione per i ritardi della campagna vaccinale, che avrebbero pesato inevitabilmente sulle capacità di recupero dell’economia italiana.
Recupero economia italiana a fine 2022, la Germania a fine 2021
Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel suo intervento in occasione della presentazione del rapporto del Centro studi di Confindustria «Liberare il potenziale italiano. Riforme, imprese e lavoro per un rilancio sostenibile», ha sottolineato che «le esportazioni di beni e servizi nello scenario di Confindustria, dopo una caduta di circa il 14 per cento nel 2020, saliranno di oltre l’11 per cento nel 2021 e del 7 per cento nel 2022. Il mercato internazionale continua a fornire uno slancio rilevante alla ripresa delle aree europee e alla competitività delle merci italiane». Per Bonomi, «alla fine del 2022 il lungo recupero dell’economia italiana porterà alla chiusura completa del gap generatosi con la crisi pandemica. Ma altri grandi Paesi europei recupereranno prima – ha concluso il presidente di Confindustria -, la Germania già alla fine del 2021».
La revisione al ribasso delle stime
È netta nelle «previsioni di primavera» la revisione al ribasso della stima del Centro Studi di Confindustria (Csc) rispetto alle stime di autunno dello scorso ottobre, quando la previsione degli economisti di via dell’Astronomia non solo era migliore di 0,7 punti (+4,8%) ma non incorporava «l’importante contributo alla risalita del Pil» del piano Next Generation Eu, che nelle nuove stime vale uno 0,7% di Pil per il 2021 ed uno 0,6% nel 2021. Lo scenario include «gli effetti positivi» derivanti dalle risorse europee che spetterebbero all’Italia in base al programma Next Generation Eu, nella misura di 14,4 miliardi per il 2021 e 20 per il 2022 e oltre alle risorse della legge di Bilancio 2021, «incorpora le ulteriori somme non ancora finalizzate che si è ipotizzato vengano utilizzate per investimenti pubblici». Per Confindustria, «usare bene questi fondi è cruciale, per riuscire davvero a mettere presto la testa fuori della voragine in cui siamo caduti».
Sulle previsioni pesano però le incertezze legate all’andamento della crisi Covid. Ed anche per le nuove stime, avvertono gli economisti di Confindustria, «i rischi della previsione sul Pil sono elevati, sia al rialzo che al ribasso» perché è ancorata all’ipotesi «che la diffusione del Covid sia contenuta in maniera efficace a partire dai prossimi mesi, grazie alla somministrazione dei vaccini»; è «condizionata all’avanzamento della vaccinazione di massa in Italia ed in Europa».
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