La Sardegna è maglia nera nel 2020 per calo delle esportazioni: -41%, contro il -9,8% registrato a livello nazionale. Il dato risente del crollo del settore petrolifero che ha caratterizzato il primo anno della pandemia. Tra aprile e giugno scorsi la diminuzione è stata del -67%, mentre nei trimestri successivi la situazione è leggermente migliorata: -48 e -43%, secondo dati diffusi dal Centro studi della Cna Sardegna.
Ma al netto della voce ‘prodotti petroliferi raffinati’ l’export sardo sembra aver tenuto, con un calo di appena il 4,7%. In particolare, l’esportazione di prodotti in metallo è cresciuta: +21% rispetto al 2019, grazie a vendite per oltre 280 milioni di euro. Tiene l’agroalimentare: alla fine dell’anno le esportazioni sono diminuite solo di 7,6 milioni di euro, circa il -4,4% rispetto al 2019.
Trend positivo anche per le vendite agroalimentari nella seconda parte del 2020, alimentate dall’export di prodotti lattiero caseari, con il pecorino – segnala l’organizzazione artigiana – che ha registrato un boom di vendite nell’ultimo trimestre, grazie soprattutto alla crescita della domanda proveniente dagli Stati Uniti.
Se la situazione sanitaria non dovesse precipitare, la congiuntura internazionale potrebbe riservare interessanti opportunità per l’export sardo”, auspicano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna, “ma risulta fondamentale riuscire a cogliere le opportunità offerte da questa fase rafforzando l’immagine dell’isola e dei suoi prodotti”.
“In un contesto di ripresa dell’economia mondiale”, osservano Piras e Porcu, “ci si attende una crescita importante dell’export petrolifero, mentre il trend positivo per i prodotti in metallo potrebbe proseguire. Inoltre, la fiducia nella ripresa economica negli Stati Uniti, il principale mercato di sbocco per le produzioni agroindustriali dell’Isola, e le aspettative di una normalizzazione in ambito di politiche tariffarie della nuova amministrazione Biden, potrebbero sostenere la crescita della domanda di prodotti sardi, non solo in ambito lattiero caseario. Inoltre, se i numeri dell’epidemia dovessero continuare a mantenersi sotto controllo, come nella fase attuale, i prodotti alimentari regionali potrebbero essere visti come più sicuri e le esportazioni trarne beneficio”.