E’ dedicato al tema della sostenibilità e della transizione ecologica, l’incontro di ieri del ciclo ‘Parole povere’ nelle piazze di San Francesco, organizzato dal Sacro convento di Assisi in occasione dei 100 anni della rivista San Francesco. Questa volta, in diretta da Alviano, in provincia di Terni, dove Francesco chiedendo il silenzio dei presenti durante una predica, chetò le rondini che gli strepitavano attorno. Ospiti del dibattito, moderato da padre Enzo Fortunato, sono stati l’amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli; il Presidente di Tim, Salvatore Rossi; l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace¸ nella foto, il vescovo di Terni-Narni-Amelia, Giuseppe Piemontese e il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci. Nel corso dell’incontro, i manager di grandi gruppi che si sono contraddistinti nel percorso verso la sostenibilità, hanno parlato della propria idea di futuro. La manager ha posto l’accento in particolare sulla necessità di recuperare lo scarto, “trasformandolo in prodotto di valore” e di risparmiare il suolo. “Una risorsa fondamentale per la vita sulla terra, sempre più a rischio – ha sottolineato – in pochissimi anni lo stiamo distruggendo. Il 25% dei terreni europei è a rischio desertificazione, questo può condurre al collasso degli ecosistemi”.
Se questo anno di pandemia “ci ha insegnato che il nostro modello di sviluppo è insostenibile”, come ha evidenziato la stessa Bastioli, ha avuto anche effetti positivi, secondo il presidente di Tim. “Ha portato l’aumento della consapevolezza che dobbiamo stare attenti a quello che facciamo al pianeta e alla nostra società – ha spiegato Rossi, nella foto a destra, – perché possiamo scatenare un disastro naturale improvviso”. E a differenza del passato, gli interventi volti a innalzare il grado di sostenibilità “convengono anche economicamente, ci si guadagna – ha ripetuto – non sono soldi persi, ma è l’unico modo di non incorrere in costi più onerosi”. “L’afflato etico è molto importante – ha concluso – ma se c’è anche consapevolezza di una convenienza economica aiuta molto”. Un punto su cui ha concordato anche Ermete Realacci. La novità rispetto al passato, ha ricordato, è che oggi “non c’è più contrasto tra imprese e sostenibilità: le aziende che vanno in questa direzione sono quelle che fanno più ricchezza, che esportano di più e innovano di più”. È ciò che fanno i firmatari del Manifesto di Assisi per un’economia a misura d’uomo, promosso proprio da Symbola. “Coesione, inclusione, transizione verde, digitale e innovazione – ha sottolineato il presidente della fondazione – sono le direttrici del recovery plan, ma anche le stesse su cui ci muoviamo noi”. Per spiegare l’obiettivo del manifesto, ha citato la parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci: “Mettendo in comune quello che uno ha, produce benessere generale. Noi, mettendo insieme mondi diversi, cerchiamo di fare questo”.