Covid, secondo uno studio l’infezione potrebbe uccidere le cellule del muscolo cardiaco

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Il nuovo coronavirus può provocare il decesso delle cellule del muscolo cardiaco e interferire con la capacità di contrazione dell’organo. A rivelarlo uno studio, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology: Basic to Translational Science, condotto dagli scienziati della Washington University School of Medicine di St. Louis, che hanno usato cellule staminali per ingegnerizzare un modello in grado di riprodurre il tessuto cardiaco umano. “Sin dall’inizio della pandemia – afferma Kory J. Lavine della Washington University School of Medicine di St. Louis – Covid-19 è stata associata a problemi cardiaci, come aritmie e ridotta capacità di pompare sangue nel corpo. Non sapevamo, tuttavia, se questi problemi fossero legati direttamente al virus o a una risposta infiammatoria dovuta all’infezione virale. Il nostro lavoro suggerisce che la prima ipotesi sia più plausibile”. Il team ha utilizzato cellule staminali per valutare un modello in grado di stimare il modo in cui il tessuto cardiaco umano reagisce all’infezione da SARS-CoV-2. Il gruppo di ricerca ha pertanto determinato che il nuovo coronavirus è in grado di provocare la morte di alcune cellule del muscolo cardiaco e di distruggere le unità di fibre muscolari responsabili della contrazione dell’organo. “Comprendere gli effetti dell’infezione e le manifestazioni della malattia – sottolinea lo scienziato – può aiutarci a trattare al meglio i pazienti con difficoltà cardiache”. “Il nostro lavoro – aggiunge Michael S. Diamond, collega e coautore di Lavine – suggerisce che il virus può infettare il cuore, in particolare le cellule del muscolo cardiaco. Il decesso cellulare e la perdita di fibre del muscolo cardiaco possono inoltre avvenire anche in assenza di infiammazione”. Gli scienziati osservano che altre infezioni virali sono state a lungo associate a danni cardiaci, ma SARS-CoV-2 sembra essere particolarmente aggressivo. “Covid-19 provoca una risposta immunitaria diversa rispetto ad altri agenti patogeni – continua Herbert S. Gasser, altra firma dell’articolo – dobbiamo proseguire gli studi per comprendere appieno le manifestazioni e gli effetti del nuovo coronavirus”. Il team ha convalidato i risultati studiando il tessuto cardiaco di quattro pazienti Covid-19 con lesione cardiaca associata all’infezione. “Stiamo inoltre sviluppando un modello murino per valutare l’entità e la gravità della lesione cardiaca – conclude Diamond – è davvero importante proseguire le ricerche in questo senso, perché i danni cardiaci sono stati osservati anche in pazienti giovani con sintomatologia lieve. È fondamentale che le persone comprendano la necessità di fermare la diffusione, prendendo le adeguate precauzioni e non sottovalutando la minaccia”.