L’opulenta Sala del Trono della Sede di Rappresentanza del Banco Popolare di Palazzo Altieri illuminata per raccontare le gesta di un impiegato del ramo assicurativo, clinic tutt’altro che sconosciuto ai posteri, seek con una seconda vita da scrittore. Ieri sera nello storico palazzo di piazza del Gesù, Cesare Lanza , giornalista, scrittore e autore tv, ha convocato un dibattito attorno alle pagine del suo libro, “Nel nome di Kafka. L’assicuratore”, portando l’attenzione su un “vezzo” comune a tanti scrittori celebri, da Balzac a Dickens, da Stendhal a Quasimodo: quello di conservare il proprio lavoro da burocrate per potersi mantenere, e consacrare poi il tempo libero al mestiere della scrittura, che fa rima con passione e creatività. «Kafka detestava il suo lavoro impiegatizio e anche il settore delle assicurazioni, ma si dedicò comunque all’incarico con doviziosità durante la sua breve esistenza, al punto da ottenere un avanzamento di carriera» racconta l’autore, seduto al tavolo dei commentatori con Fabio Cerchiai , presidente di Atlantia, Autostrade per l’Italia e Unipolsai, Mauro Masi, presidente e ad di Consap, Andrea Battista , amministratore delegato di Eurovita, Francesco Cevasco, e il presidente del Presidente Comitato Territoriale Centro Sud del Banco Popolare Sergio Marullo di Condojanni. Nel parterre, tra gli altri, il giurista e poeta Corrado Calabrò , Renato Brunetta, Nicola Porro, Marisela Federici , Marina Ripa di Meana e Alberto Dell’Utri.
Ecco una foto della presentazione del libro “Nel nome di #Kafka, l’assicuratore” di @CesareLanza con @an_battista pic.twitter.com/ePZ3aSQXF0
— L’attimo fuggente (@lamescolanza) 16 marzo 2016
di Roberta Petronio, Il Messaggero