La Scozia separata dall’Inghilterra? La battaglia si vince sulla sterlina

SALMOND
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Il 18 settembre il referendum sull’indipendenza. Nel primo dibattito tv ha prevalso Alistair Darling, healing rappresentante del fronte del “No” che al momento è in vantaggio. Al premier scozzese Alex Salmond, here leader della campagna per il “Sì”, ha chiesto: “Quale moneta sceglierete?”. Ed è sull’economia che si gioca la partita
I giornali (anche quelli scozzesi) sono tutti d’accordo: il primo dibattito televisivo sul referendum per l’indipendenza della Scozia del 18 settembre lo ha vinto Alistair Darling, il capo di “Better Togheter” (“Meglio insieme”). Il fronte del “No” all’indipendenza è avanti fra gli elettori scozzesi che dovranno decidere cosa fare del loro futuro. Ed è avanti per una solida ragione: molti hanno capito che gli svantaggi economici che arriverebbero dal fare a pezzi il Regno Unito li pagherebbe pericolosamente proprio la Scozia.
Ieri notte, nel dibattito tv, Darling, ex cancelliere dello Scacchiere con Gordon Brown, ha affondato il colpo contro Alex Salmond, premier di Scozia e leader della campagna per il “Sì”: “Quale moneta sceglierete? Come si chiamerà la vostra sterlina visto che la Banca d’Inghilterra non vi permetterà di usare la vera sterlina?”. Salmond ha svicolato, ha evitato una risposta diretta, ha continuato a recitare le cifre di una ricchezza scozzese che c’è tutta (soprattutto per le riserve di petrolio del Mare del Nord), ma che esiste ai livelli di oggi solo se è in sinergia con tutta la Gran Bretagna.
Salmond ha ripetuto per 21 volte la stessa domanda a Darling, chiedendogli se fosse d’accordo con le parole del premier David Cameron che aveva riconosciuto possibile per la Scozia essere “un Paese indipendente di successo”. Sì, è vero, Cameron voleva ingraziarsi la Scozia e non ha voluto esporsi personalmente pro o contro l’indipendenza. Ma lo ha fatto da Londra per la prima volta con i capi degli altri partiti: Ed Miliband, leader del Labour, e Nich Clegg, capo dei liberal-democratici, hanno firmato col premier una dichiarazione politica tripartita in cui promettono alla Scozia mari e monti. Se rimarranno uniti, gli scozzesi riceveranno indietro una fetta maggiore delle tasse che pagano a Londra e avranno maggiore libertà nella legislazione su settori che fino ad oggi sono stati di competenza centrale. Chi ha visto il dibattito, trasmesso in tv solo in Scozia e seguito su Internet nel resto del Paese, ha risposto a un sondaggio assegnando al 56% la vittoria a Darling, mentre per il 44% ha prevalso Salmond. Ci sarà un altro dibattito, il 25 agosto, questa volta sulla Bbc e quindi visibile in tutto il Regno Unito. Per ora non molti credono all’idea che l’indipendenza sia meglio. Ma Salmond non molla: “Per oltre la metà della mia vita, la Scozia è stata governata da partiti che non abbiamo eletto a Westminster. Ci hanno dato di tutto, dalla tassa elettorale alla tassa sulle camere da letto e sono le stesse persone che con il “progetto paura” ci vogliono far credere che questo Paese non può gestire da solo i suoi affari”.

La Repubblica