Cesare Lanza, site i segreti di Mister No
“Detesto l’abitudine di trasmettere via sms auguri tutti uguali, anche se anch’io vi ho ceduto”, “detesto i bignami, che pure mi diedero qualche aiuto al Liceo…”. E poi l’intervista a Monica Lewinsky, una poesia per gli eroi italiani morti in Iraq. Riflessioni sulla vita, sulla morte, sul gioco d’azzardo, sulla chirurgia estetica, sulle code al supermercato.…
Pillole di saggezza di un giornalista “in età senescente”, come si autodefinisce Cesare Lanza nel suo Mister No (Luigi Pellegrini Editore), il libro che raccoglie il meglio dell’omonima rubrica di corrispondenza con i lettori, che il giornalista e autore televisivo di Buona Domenica, tiene su Libero, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, dal martedì al sabato.
Il libro condensa il meglio di quattro anni di corrispondenza con i lettori, dal 2003 al 2006, della cui selezione si sono occupate – due collaboratrici dell’autore, Antonella Parmentola e Rachele Zinzocchi. “Ho lasciato fare a loro perché non vado a rileggere quello che ho scritto”, spiega Lanza. “Invece ho scelto l’editore, Pellegrini, che è di Cosenza, la mia città natale, a cui sono molto legato”.
Oltre a rispondere ai lettori spesso racconta i “casi suoi”.
“Sì, perché, magari, mi arrivano più lettere su uno stesso argomento, allora attraverso le mie esperienze personali rispondo, indirettamente, ai lettori e racconto i miei stati d’animo”.
A sua moglie Maria Antonietta lascia lo sfogo sulla coda al supermercato, parla del suo grande amore, Penelope, una femmina Labrador, della sua squadra del cuore, il Genoa, del gioco d’azzardo, dell’eutanasia, ricordando la grande sofferenza vissuta da sua madre, della stima per Benigni, la Perego e Bonolis.
“Ho trattato qualsiasi argomento in totale libertà, non a caso scrivo su un giornale che si chiama Libero.… Sono “un liberale assoluto” e mi pongo nei confronti delle problematiche della vita quotidiana, senza pregiudizi né moralismi. Ho parlato delle persone che mi sono care, di mia madre in relazione all’eutanasia, manifestando il mio
sconcerto per chi ha certezze drastiche, qualsiasi esse siano. Ho manifestato la mia stima per Benigni, che, sono convinto, riceverà il premio Nobel. Riguardo a Paolo Bonolis ritengo che abbia un talento naturale, è l’erede di Totò, Paola, invece, è una grande professionista, ed è la protagonista della stagione”.
A cosa può servire il suo libro?
“Per imparare a essere più equilibrati, autoironici, prima che ironici, e per accettare il fatto di vivere la vita con la maggiore energia possibile, nella consapevolezza che tutta la vita è un non senso…”.
Diva e Donna 18-5-07
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