SANDRA VERUSIO
I salotti della Roma libera e cialtrona
Settembre romano, caldo umido e appiccicoso. L’estate è alle spalle, bruciata da mille chiacchiere al vento, l’autunno incombe e minaccia numerosi appuntamenti mondani, su
cui infurierà un gossip esagerato. Chiediamo a una testimone illustre, Sandra Verusio, di fare il punto. E lei gentilmente accetta, all’unica condizione che non si parli di flirt e intimità private, genere salottiero considerato ormai troppo volgare.
– Chi sarà il personaggio dominante, tra le padrone di casa dei ricevimenti romani?
“ Ancora, e sempre, Maria Angiolillo.”
– E perché?
“ Ha una casa straordinaria, riceve come non fa più nessuno, ampoule è attenta ai minimi particolari. Rispetta le tradizioni. Con grandi cuochi: da lei si mangia benissimo.”
– A proposito, com’è la gastronomia in casa Verusio? A volte si
sentono commenti maliziosi.
“ Ammetto che la mia cucina non è eccelsa. Ma semplice: uno sformato di bucatini, un secondo di caccia quando è stagione, un dessertino. Però ai vini sto attenta: un buon rosso è importante.”
– Ma quanti sono, da ottobre a giugno, questi ricevimenti romani di cui si parla tanto?
“ Io sono abituata ad uscire due o tre volte la settimana: più spesso sotto Natale. Quanto a me, ricevo nella casa romana, un po’ piccola, un paio di volte al mese e una volta al mese, nel week end, nella casa sull’Appia.”
– Diciamo un centinaio di ricevimenti, di quelli che contano?
“ Non siamo così fiscali, per favore. Lasciamo spazio a un po’ di improvvisazione e ai mal di testa.”
– E quali sono i salotti che contano?
“ Se le rispondo, viene lei a guardarmi le spalle dagli esclusi?”
– Prendiamo i nomi dalle cronache. Oltre a lei e all’Angiolillo. Sandra Carraro,
Guia Sospisio, Sonia Raule, Giuliana Olcese, Melania Rizzoli.
“ Quanto meno, bisogna tener conto anche di Mario D’Urso e soprattutto di Elisa Olivetti e Mirella Haggiag, forse quella che riceve di più.”
– Che differenza, tra le cene di Roma e Milano?
“ Milano nutre un certo disprezzo per Roma e Roma ricambia con assoluta
indifferenza. Roma è spesso approssimativa, con un pizzico di cialtroneria, ma è libera come nessun’altra città al mondo.”
– Che vuol dire, libera?
“ Rispetta i fatti tuoi, non ti opprime: ha ironia. A Milano, invece, ironia zero. Però,
Roma potrebbe apprendere la capacità di lavoro di Milano. C’è un particolare che dice tutto…”
– Quale?
“ A Milano (dove vado spesso per il mio lavoro con Krizia) i ricevimenti si
programmano, si fissano le date con attenzione, per evitare doppioni. A Roma succede che la stessa sera ci siano varie cene e feste: ognuno va in disordine sparso.”
– E lei come fa, quando riceve?
“ Ho rotto le consuetudini, ricevo anche nel week end, venerdi sera e anche sabato o domenica. Chi non c’è, non c’è.”
– Regole e abitudini: quanti invitati?
“ Nella casa piccola, spesso improvviso: otto o dieci. Per ricevimenti
più ampi, trenta o trentasei. Tre tavoli da dodici.”
– Mai in piedi?
“Mai. E’ scomodo. Alla peggio un buffet, ma con i posti a
sedere.”
– La tavola?
“ Niente smancerie. Importanti le candele, mai il candeliere.”
– Il servizio?
“ Semplice e informale, ormai è così quasi dappertutto.”
– A che ora arrivano gli ospiti?
“ Alle 21.30. Ma, a Roma, i politici sforano.”
– Si tira tardi?
“ Non più. A mezzanotte o poco dopo, tutti a casa: quando ci si alza da tavola è
finita.”
– Chi invitare?
“ Essenziale l’equilibrio. Credo che questa sia una mia risorsa: creare armonia. E
a volte ci vuole una sensibilità da psicanalisti. Con prudenza verso le novità. E precedenza alla qualità della persona e non al ruolo.”
– E la padrona di casa che fa?
“ Guai se fa cadere la conversazione. Deve sempre riaccenderla, senza
primeggiare. Cercando interessi comuni, interrompendo le noiosissime storie personali.”
– E’ consigliabile anticipare i successi, invitare la starlettina, il pittore, lo scrittore
emergenti?
“Pericoloso. Un corpo estraneo rischia di mettere a disagio tutti, nuovi e vecchi. Meglio i politici emergenti: ricordo una bella serata con il giovane Ted Kennedy.”
– E gli ospiti come devono vestirsi?
“ Impensabili i blu jeans. Ma senza particolare rigore.”
– E se scoppiano problemi tra gli invitati?
“ Bisogna mediare. Ma ricordo una sera disastrosa, con Spadolini e Giorgio
La Malfa: i due erano in freddo, si decise di riavvicinarli. Andò male, malissimo. Spadolini non alzava gli occhi dal piatto, La Malfa guardava altrove.”
– E in caso di scontri politici?
“ Dividere, acquietare.”
– E se qualcuno si ubriaca?
“ Mai successo. Nel caso, indurlo alla ragione.”
– E se una signora si veste in modo scabroso?
“Può succedere. A suo rischio. A Roma non capita, a Milano – nelle settimane
della moda – sì.”
– Mai un guastafeste inaccettabile?
“ Una volta arrivò da me il pittore Franco Angeli. All’epoca avevamo un Van Gogh,
Il giardiniere, quello che ora è alla Galleria d’arte moderna. Angeli, in sinistrese un
po’ scemo, cominciò a dire con veemenza che quei quadri bisognava buttarli nel cesso.
Gli dissi che preferivo buttare di casa lui e lui se ne andò.”
– Gli invitati portano un regalo?
“ A Roma non è consuetudine. A Milano, sì. Consiglierei un regaluccio mirato. O i
fiori.”
– Prima o dopo?
“ Io sono per prima, anche se il galateo dice dopo.”
– Qual è l’identità dei salotti di cui si parla di più? Maria Angiolillo?
“ Lo stile.”
– Sandra Carraro?
“La meravigliosa, pazzesca casa, interni e giardino.”
– La Sospisio?
“ La napoletanità gentile, la simpatia.”
– La Raule?
“ Il coraggio.”
– Proviamo a improvvisare una cena ideale.
“ Ammesso che ci sia la disponibilità di tutti, proverei a invitare Eugenio Scalfari
con la moglie Simonetta, Giuliano Amato con Diana, D’Alema e Linda, Mario Pirani, Lucia Annunziata, Giovanni Sartori, Alain Elkann, Monsé Manzella, Emanuela Pallesi. In dodici. Mai in tredici.”
– E’ così terribile?
“ Nessuno gradirebbe. Una volta un politico famoso, che veniva sempre da
solo, arrivò con la moglie: il rischio era di essere in 13. Per fortuna avevamo una camerierina bella e molto educata, che sapeva stare a tavola…”
– Gli argomenti caldi?
“ La politica, innanzitutto.”
– Ipotizziamo due filoni di conversazione: la condanna a morte di Barnabai e la
sfida Rutelli – Amato. Cosa prevarrebbe?
“ La politica senza dubbio.
– Franco Rutelli e Barbara Palombelli sono protagonisti mondani?
“ Escono spesso e ricevono, nella loro casa all’Eur.”
– I salotti romani si divideranno, per la sfida tra rutelliani e amatisti, nel centrosinistra?
“ Sì. Ma divisione è un termine forte.”
– Proviamo a stabilire qualche riferimento. Sandra Verusio è per Amato?
“ Lo stimo molto, questo si sa.”
– E Maria Angiolillo ed Elisa Olivetti sono per Rutelli?
“ Penso di sì, hanno per lui molta simpatia. E io mi sono divertita molto, ai loro pranzi, seduta accanto a lui.”
– E negli altri salotti come ci si orienta?
“ Non spetta a me dirlo. La stagione è appena iniziata. Personalmente con Rutelli
preferirei ballare e con il Dottor Sottile… sottilizzare.”
Panorama, 25 settembre 2000