Sembra un gesto quasi innocente, fare la spesa. Sembra. Perché al di là dl rapporto qualità-prezzo di un prodotto, esistono una miriade di fattori – dalla disposizione degli scaffali al tipo di luci – che condizionano il processo di acquisto.
I colossi della grande distribuzione hanno fatto passi da gigante nell’interpretare il consumatore ma esistono ancora diverse aree oscure, lacune cui hanno cercato di porre rimedio la società bolognese di consulenza e ricerca Agroter e BrainSigns , uno spin-off della Sapienza di Roma, con un esperimento in ambito ortofrutticolo.
Il test è stato condotto nel reparto frutta e verdura di un supermercato, equipaggiando alcuni clienti con un caschetto per registrare le onde cerebrali e un congegno per l’eyetrack, il monitoraggio dello sguardo, in modo da registrare le emozioni durante l’acquisto della spesa quotidiana.
Ne sono emersi alcuni dettagli curiosi. Per esempio, si è capito che il consumatore è più disposto all’acquisto quando sull’ imballaggio sono presenti immagini raffiguranti il produttore o quando è presente fisicamente un agricoltore nel punto vendita. Quando insomma qualcuno ci mette la faccia.
“L’incontro con l’agricoltore ha favorito la memorizzazione, l’attenzione e la piacevolezza del processo d’acquisto del prodotto – spiega Roberto della Casa, docente di marketing a Bologna e fondatore di Agroter – Il che dimostra come l’esperienza vissuta e raccontata appena fuori dal negozio abbia influenzato il consumatore anche a distanza di parecchi minuti dall’incontro. Ai prodotti che presentavano promozioni o tipi particolari di packaging, inoltre, sono stati associati tassi di vendita tripli rispetto al normale.
Le tecniche di brain marketing, o neuro marketing, per studiare i comportamenti inconsci del consumatore sono sempre più diffuse. “A volte – sottolinea Fabio Babiloni, direttore scientifico di BrainSigns – non ci spieghiamo perché acquistiamo d’impulso prodotti che non erano nella lista della spesa o perché ci sentiamo gratificati o delusi dopo un determinato acquisto. Esistono, però, prove scientifiche che dimostrano come il nostro cervello si attivi restituendo segnali oggettivi e fisiologici legati a quei processi e le moderne tecniche di misurazione biometrica consentono di misurarli”.
Tutto è misurabile – e influenzabile. Con tanti saluti all’innocenza.
La Stampa