Nel corso del 2022, l’export delle Marche è cresciuto dell’82%, fortemente condizionato dalle vendite dei prodotti farmaceutici (+481%), senza i quali l’incremento tocca il 19,8%, in linea con la media italiana dell’anno (+20%). Il peso dell’export della regione sul totale nazionale è salito dal 2,4% al 3,7% e la crescita ha riguardato sia le vendite verso i Paesi Ue, sia soprattutto quelle verso i Paesi extra Ue. Lo si apprende dal centro studi di Confindustria Marche, che ha elaborato i dati Istat. Scendendo nel dettaglio, l’export del comparto farmaceutico risulta cresciuto di quasi sei volte rispetto al 2021; crescono in modo consistente anche le esportazioni di macchinari e apparecchi (+4,3%), di metalli e prodotti in metallo (+19,3%), di pelli e calzature (+32,4%), di apparecchi elettrici (+2,8%), di altri mezzi di trasporto (+214,8%), di articoli in gomma e materie plastiche (+16,3%), di mobili (+6,3%), di sostanze e prodotti chimici (+13,4%), di articoli di abbigliamento (+28,6%), di prodotti alimentari e bevande (+21,4%), di carta e prodotti di carta (+16,1%), di prodotti petroliferi (+114,4%), di legno e prodotti in legno (+24,4%), di prodotti tessili (+23%). I fatturati all’estero sono cresciuti in tutte le cinque province delle Marche: Ancona (+27,2%), Macerata (+21,7%), Fermo (+33,1%), Pesaro Urbino (+15,4%); ad Ascoli Piceno, il valore delle esportazioni è risultato quadruplicato (+324,9%) influenzato dall’andamento dei prodotti farmaceutici (+503%). “Nonostante tutte le difficoltà che le imprese devono affrontare quotidianamente, l’industria manifatturiera marchigiana continua a essere il motore economico della regione – ha dichiarato il presidente di Confindustria Marche, Roberto Cardinali –. Per mantenere e accrescere la presenza delle nostre produzioni sui mercati internazionali, per far ripartire gli investimenti nella digitalizzazione, in innovazione e ricerca, nella sostenibilità ambientale e nella formazione di nuove figure professionali è necessario garantire che tutte le risorse messe a disposizione dal PNRR e dalla nuova Programmazione Comunitaria 2021-2027 vengano utilizzate e si traducano in una crescita tangibile del Pil regionale”.