L’incertezza dello scenario internazionale frena nel secondo trimestre dell’anno la crescita della produzione industriale in Piemonte, anche se il trend resta comunque positivo (+3,8%). La crescita media nel primo semestre dell’anno è stata pari al 4,5%. È quanto emerge dai dati della 203esima “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte, con Intesa Sanpaolo e UniCredit. La rilevazione è stata condotta nei mesi di luglio e agosto 2022 con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2022 e ha coinvolto 1.728 imprese manifatturiere piemontesi, per un numero complessivo di 102.245 addetti e un valore pari a circa 57,2 miliardi di euro di fatturato. “I risultati di questo trimestre – ha commentato il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia – ci restituiscono un Piemonte che continua a difendersi bene alle varie sfide nazionali e internazionali che, purtroppo, deve continuare a fronteggiare. La vera incognita sarà l’autunno, quando si esaurirà la spinta del rimbalzo post-crisi pandemica. Un futuro che possiamo già intravedere nelle aspettative al ribasso degli imprenditori: un’incertezza dovuta per lo più alle forniture di gas e al prezzo dell’energia e che avrà ripercussioni anche sulla seconda parte dell’anno”. Il risultato segnato dalla produzione industriale (+3,8%) è stato accompagnato da un incremento degli ordinativi provenienti dal mercato interno (+3,9%) e da una forte espansione di quelli esteri (+44,4%), sostenuti dalla performance del comparto aerospaziale. Il fatturato totale ha segnato un +6,1% e la componente estera ha mostrato un aumento del 3,2%. La tenuta dell’attività produttiva delle imprese piemontesi nel periodo aprile-giugno 2022 viene confermata anche dal grado di utilizzo degli impianti (69,8%) che, pur subendo un leggero rallentamento, si mantiene su livelli pre-pandemici, già riconquistati a fine 2021. Tutti i principali settori della manifattura regionale hanno esibito nel II trimestre 2022 una crescita della produzione industriale, ad eccezione dei mezzi di trasporto che scontano il confronto con mesi di sviluppo straordinario (la crescita del II trimestre 2022 era stata, infatti, dell’84,9%). Dopo il ritardo nella ripresa dalla crisi, la performance più intensa è stata quella della filiera tessile, che ha evidenziato un aumento della produzione dell’8,9%. Al secondo posto per intensità d’incremento della produzione si trova il comparto dell’elettricità ed elettronica e la filiera alimentare, entrambi con una crescita del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Evidenziano una variazione superiore alla media regionale del periodo anche la meccanica (+4,3%) e le industria del legno e del mobile (+4%). Le aziende della chimica/plastica segnano un incremento della produzione del 2,9%, le industrie dei metalli seguono con un +2%. Le aspettative degli imprenditori piemontesi si fanno più caute confermando la crescente preoccupazione rispetto al futuro di breve periodo su cui pesano numerose incognite, in primis le forniture di gas e il prezzo dell’energia. Ne consegue una riduzione del clima di fiducia complessivo che passa dal 103,1 registrato nel I trimestre 2022 al 87,3 attuale. In particolare, grava sul peggioramento delle aspettative la previsione relativa al fatturato e quella sulla produzione; tengono meglio le aspettative sugli ordini complessivi.