La scure del caro energia si abbatte anche sul mondo dell’agricoltura ligure. “Nel nostro settore principale, quello del florovivaismo, che vale l’88% della produzione agricola ligure lorda, i costi di produzione hanno subito un aumento del 20%- denuncia il presidente regionale di Confagricoltura, Luca De Michelis– basti pensare ai fertilizzanti comuni come l’urea, aumentata del 143% (da 350 a 950 euro a tonnellata), o alle torbe (terricci di coltura), aumentate del 20%, senza dimenticare le tempistiche di consegna dei vasi di coltura in plastica e dei materiali simili, con tempi più che quadruplicati”, così come succede per il packaging dei prodotti agroalimentari e per il vetro usato nell’imbottigliamento di vino e olio. Difficoltà per i produttori, che in alcuni casi pensano a riconversioni della propria attività, ma anche per i consumatori che si vedono aumentare i prezzi finali, dai quali però non deriva una completa copertura dei maggiori costi per gli agricoltori. In questo contesto di crisi, sottolinea De Michelis, sono sempre di più “gli imprenditori che abbandonano le colture in serra che prevedano il riscaldamento delle stesse per il ciclo colturale. La stessa cosa per l’orticoltura e le primizie in serra, anche se si assiste a un ritorno alla coltivazione degli ortaggi a freddo. Basti pensare che chi, come il sottoscritto, ha da anni convertito i propri sistemi di riscaldamento serricolo da gasolio a fonti green, ovvero a biomassa, si trova a dover fronteggiare, ad esempio, l’aumento del 46% del costo delle biomasse usate come combustibile nelle caldaie”. Ad aumentare le difficoltà, aggiunge il presidente regionale di Confagricoltura, il fatto che “L’Italia sconta un deficit energetico incredibile, importando il 73,4% dell’energia che consuma. Con gli aumenti degli ultimi tempi, uniti ai costi spropositati delle materie prime, assistiamo a un’impennata delle spese per la produzione dei nostri fiori, delle primizie, dell’olio come del vino, insostenibile per gli agricoltori. Un semplice concime azotato, il cui costo si aggirava sui 33 euro nel primo semestre 2021, oggi costa circa 85 euro”.