Alla fine del 2021 il Parlamento aveva approvato un ordine proposto dal Movimenti 5 stelle relativo all’utilizzo di risorse in deficit a sostegno dell’economia. Si considerava una cifra compressa tra gli 8 e 10 miliardi al fine di sterilizzare gli aumenti derivanti dalle bollette di luce e gas. Situazione mutata in vista del peggioramento delle attuali condizioni derivanti dalle varianti Covid portando l’esecutivo a proporre uno scostamento di 15 miliardi, con la possibilità di arrivare a 20. L’extra deficit chiamato a finanziare il prossimo decreto Ristori si attesterebbe poco sopra l’1% del Pil.
Nel menu del decreto allo studio si posizionano i risotri per le attività economiche, la proroga della cassa integrazione Covid e delle muratore bancarie, il dossier energia, il rifinanziamento della quarantena equiparata a malattia e i problemi finanziari dei Comuni.
Il Covid ha di nuovo paralizzato i settori e così la lista delle attività richiedenti aiuto si allunga. Sono un esempio i 350 alberghi chiusi a Roma, la chiusura delle discoteche, delle fiere, i continui annullamenti dei catering. La Cna Piemonte stima un rosso del 50% per la ristorazione solo per i mancati introiti di Natale e Capodanno mentre Federmoda auspica un credito d’imposta per le giacenze di magazzino dell’abbigliamento.
Mariastella Gelmini, ministro degli Affari regionali è dalla parte dei commercianti, dalla cosiddetta “Italia aperta” «Ora dovremo occuparci, e lo faremo da subito con un apposito tavolo di lavoro, di risarcire quelle attività che hanno subito danni economici dalla stretta di Capodanno, a cominciare dal settore delle discoteche e dell’intrattenimento, costretto ad un nuovo stop».
Si dovrà aspettare l’inizio della prossima settimana per poter capire la tabella di marcia del governo, visto che il 24 gennaio inizia la partita del Quirinale.