Mathias Cormann, segretario generale dell’Ocse, a favore della mobilità sociale, dell’uguaglianza, delle opportunità favore dei giovani, ritiene che gran parte delle pressioni inflazionistiche siano sorte a causa di persistenti strozzature nell’approvvigionamento, innescate da carenze innescate da carenze di manodopera, chiusure intermittenti di impianti e ritardi nelle spedizioni, da interruzioni sui mercati dell’energia.
Cormann sostiene che il costante miglioramento della situazione sanitaria, della domanda e il ritorno delle persone alla forza lavoro porterà ad una potenziale diminuzione delle pressioni inflazionistiche già nel corso del 2022. Comunica al governo Draghi di non perdere di vista il treno del Recovery Fund e delle riforme, in particolare agendo sul sistema pensionistico.
Il vertice dell’organizzazione di Parigi considera l’Italia come una delle principali nazioni che ha adoperato una rapida ed efficace reazione al fine di contenere la pandemia e i suoi impatti, oltre che nel perseguire riforme strutturali con il relativo sostegno finanziario, dichiarando «Misure di sostegno globali per oltre 180 miliardi di euro nel 2020 e nel 2021, pari a oltre il 10% del Pil italiano del 2020, hanno contribuito a mitigare l’impatto della crisi sulle famiglie e sulle imprese. La crescita quest’anno dovrebbe essere di circa il 6% e il suo Piano nazionale per la ripresa e la resilienza prevede 235 miliardi di euro per stimolare gli investimenti, in particolare in infrastrutture più verdi e digitalizzate, portando a una crescita più forte e a più posti di lavoro».
Il segretario generale dell’Ocre considera che le entrate derivanti dalla decisione di ridurre le tasse che producono esternalità negative per l’ambiente dovrebbero essere utilizzate per sostenere le persone più colpite dalla transizione verde. Un settore pubblico più digitalizzato e dotato di personale adeguato faciliterebbe queste riforme. E un approccio più globale ai cambiamenti climatici, compreso un piano a lungo termine per armonizzare e aumentare gradualmente i prezzi del carbonio nei diversi settori, con politiche di sostegno e tempo per alleviare i costi di transizione, aumenterebbe la certezza e sosterrebbe gli investimenti. Mentre le imposte sul lavoro dovrebbero essere ridotte per tutti i lavoratori.