Vi segnaliamo un’interrogazione parlamentare dell’onorevole Michele Anzaldi (nella foto) di Italia Viva riguardo un problema riguardante la Banca d’Italia.
Al Ministro dell’Economia e delle finanze – Per sapere – premesso che: l’articolo 4 del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, convertito con modificazioni dalla legge del 29 gennaio 2014, n.5, ha riformato la disciplina riguardante il capitale della Banca d’Italia con l’ obiettivo, tra gli altri, di ampliare la platea dei partecipanti, stabilendo un limite massimo del 3 per cento alla quota detenibile da ciascuno di essi. La norma, stabilisce inoltre che, per le quote possedute in eccesso non spetta il diritto di voto e i relativi dividendi, eliminando qualsiasi dubbio “sull’influenza” dei quotisti. Tuttavia, dopo sette anni dall’introduzione del limite legale del 3 per cento, alcuni istituti di credito continuano ad avere quote ampiamente eccedenti il limite. Se da un lato questo fa sì che i quotisti non percepiscano utili, dall’altro l’erario non percepisce le relative imposte. In un momento storico come questo – fatto di sofferenze, disagi, disoccupazione – oltre 500 milioni di dividendi maturati e non distribuiti negli ultimi 5 anni, sui quali si poteva applicare l’imposizione fiscale, giacciano in un’apposita riserva della Banca d’Italia perché, per legge, questi non possono essere distribuiti. Alla luce di queste premesse si chiede di valutare un correttivo che fissi al 5% la quota detenibile, con sterilizzazione dei diritti per le partecipazioni eccedenti e prevedono, altresì, un’imposizione fiscale aggravata per i dividendi che dovrebbero essere distribuiti nel 2022. Incrementare lievemente la partecipazione, consentirebbe di distribuire ingenti risorse da destinare a finanziare le imprese, aumentando al contempo il gettito erariale in un momento di particolare bisogno per il Paese. In quest’ottica, oltre al correttivo proposto che necessiterà sicuramente di un parere della BCE, si potrebbe anche valutare di ammettere che INPS ed INAIL possano detenere quote fino al 10%, a tutto vantaggio di pensionati e lavoratori. Se sia al corrente della situazione esposta in premessa; Quali iniziative di competenza intenda adottare per riformare la disciplina del capitale della Banca d’ Italia.