Lavoratori sul piede di guerra contro la decisione di Unipol (nella foto, l’a. d. Carlo Cimbri) di fissare inesorabilmente il rientro dallo smart working per tutti, lavoratori fragili esclusi, al giorno 4 novembre. E di lasciare ad una data futura non precisata il confronto coi sindacati sulla gestione del lavoro agile che, piano piano invece in altre realtà – come la grossa impresa metalmeccanica Gd appartenente al gruppo Coesia, per esempio – comincia a diventare strutturale.
Le proteste
In Unipol, che in regione conta oltre 4 mila dipendenti, da lunedì 25 ottobre sono, allora, in arrivo diversi scioperi a scacchiera e uno stop unitario. Ad annunciarli sono i sindacati confederali di categoria che, fino ad ora si erano mossi separatamente, e che adesso di fatto, seppur mantenendo ancora strategie differenti, fanno fronte comune per un unico obiettivo; reAgire, tanto per usare lo slogan scelto da una delle sigle: la First-Cisl.
Lettera ai vertici: «Non vi riconosciamo più»
Parallelamente, è partita una lettera indirizzata al presidente del gruppo Unipol e della Fondazione Unipolis Pierluigi Stefanini da parte dalla sigla sindacale indipendente Snfia, che si apre con questo incipit: «Egregio presidente Pierluigi Stefanini, ci sentiamo in dovere di inviarle questa lettera aperta perché, con grande rammarico, non riconosciamo più l’azienda per cui da anni lavoriamo» e che da sempre aveva puntato sulla «valorizzazione delle persone». A Stefanini il sindacato – che ricorda l’«ampia prova di attaccamento all’azienda» data dai dipendenti durante la pandemia, «lavorando da casa anche con mezzi propri e spesso anche oltre l’orario ordinario» e il perdurare dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021 – chiede «un intervento per riportare l’impianto valoriale del gruppo Unipol al centro dell’attività», nella speranza che «la Carta dei valori possa contribuire a far rivedere certe impostazioni ispirando maggiore coerenza tra valori ricercati e azioni programmate nei confronti degli stakeholder, in particolare dei dipendenti e delle loro famiglie» «rafforzamento di una cultura interna».
Calendario di scioperi
Ora il fronte scioperi: se fino ad oggi le sigle di Cgil, Cisl e Uil si erano mobilitate autonomamente per contrastare l’unilaterale decisione del gruppo assicurativo, ora Fisac-Cgil, First-Cisl e Uilca-Uil sentono la necessità di marciare più unite, convogliando la protesta unitaria più plateale con astensione dal lavoro per l’intera giornata e mobilitazione a giovedì 4 novembre, data «X» in cui Unipol ha deciso il rientro di massa in ufficio per tutti. Nel frattempo, in attesa del 4 novembre, la Uilca-Uil incrocia le braccia già oggi, mentre la First-Cisl e la Fisac-Cgil annunciano quattro giorni di sciopero articolato, su cui il sindacato Cisl dà anche il dettaglio: lunedì 25 ottobre per i dipendenti delle sedi Siat, Arca, Linear, Unipol Assistance, Unisalute, del contact center Unipolsai (Sertel) e dell’Area It Unipolsai per la seconda metà del turno di lavoro; martedì 26 ottobre per gli addetti dell’area «Sinistri» di Unipolsai sempre nella seconda metà dell’orario di lavoro; mercoledì 27 ottobre per i lavoratori dell’area tecnica «Danni», dell’area commerciale e del’area «Vita» ancora nella seconda metà della giornata e giovedì 28 ottobre per tutte le altre aree.
«Deriva decisionista inaccettabile»
«Non possiamo accettare – spiega Alberto Enzini, segretario First-Cisl, riassumendo in fondo la posizione di tutti i sindacati – la mancata attivazione di un tavolo negoziale sullo smart working e la deriva decisionistica dell’azienda. Non riusciamo assolutamente a comprendere perché non sia possibile sedersi intorno ad un tavolo, per definire e concordare le norme di rientro al lavoro tenendo presente la salute e sicurezza sul lavoro. Vogliamo recuperare un corretto e virtuoso dialogo sociale anche a vantaggio della produttività e del benessere complessivo del gruppo».
Alessandra Testa, corrieredibologna.corriere.it