“L’esperienza che sta avvenendo in Italia è che alla verifica” degli elenchi del personale sanitario non vaccinato “molto spesso, emergono un 30-40% di casi da rivedere: o perché si sono vaccinati in altre Regioni, o perché hanno in qualche maniera adempiuto, o perché non potevano, alla fine”, quindi, il grande numero dei casi sospetti “va depurato”. Lo ha spiegato il presidente dell’ordine dei medici di Bari e numero uno della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, nella foto. “Ora vedremo l’elenco della Regione Puglia se è più preciso rispetto alle altre Regioni e proviamo a capire l’entità del fenomeno”. Da una prima stima si ipotizza che in Italia ci siano circa 1500 medici non vaccinati su 460 mila professionisti, dunque, si tratta “di una piccola minoranza”, dice Anelli. “Credere nel vaccino è un obbligo per un medico – ha aggiunto – questo tipo di scoperte hanno rivoluzionato la storia della medicina e noi siamo parte della scienza, sempre impegnati a rendere concreto il progresso dell’umanità”.Il presidente della Fnomceo, inoltre, ha ricordato i progressi fatti dalla scienza, e quindi dai vaccini, sia contro il vaiolo che contro la poliomielite: “Durante il covid abbiamo vissuto la storia drammatica dei tanti medici che sono morti, parliamo di 370 colleghi, quasi 60 ogni mese durante le prime due ondate. Dopo che ci siamo vaccinati non abbiamo più registrato decessi”. Anelli, in ultimo ha fatto appello a tutti i medici ancora non vaccinati: “Invito i colleghi a riflettere, perché questa non è una sospensione solo dall’esercizio professionale, questo tipo di requisito che la legge dice essenziale per esercitare la professione medica diventerà permanente. Quindi perché buttare all’aria anni di studi e di ricerca: se ci sono dei dubbi siamo pronti a risolverli, a discuterne, se ci sono delle valutazioni sul piano scientifico si può ragionare, ma in termini di miglioramento delle conoscenze”.