“L’attuale emergenza ha richiesto un sacrificio per tutti i pazienti, reumatologici e non, e l’impatto sulla popolazione che rappresentiamo chiede ora con determinazione la loro inclusione nelle priorità vaccinali al fine di tutelarne la salute e la buona gestione delle patologie”. E’ questa la richiesta contenuta in una lettera del Coordinamento di asssociazioni di pazienti affetti da patologie reumatologiche, immunologiche e rare.
Silvia Tonolo e Maddalena Pelagalli come coordinatrici hanno inviato la missiva al ministro della Salute, Roberto Speranza, al presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini, al commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Francesco Paolo Figliuolo, al presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, al segretario XII commissione Affari Sociali e Sanità Camera dei deputati Fabiola Bologna, al presidente Fnomceo, Filippo Anelli, e al segretario nazionale Fimmg, Silvestro Scotti. I pazienti reumatologici esprimono forte preoccupazione perché non vedono al momento una chiara organizzazione in merito alla vaccinazione anti SARS-COV 2. Inoltre molte strutture sanitarie di reumatologia sono state chiuse a causa dell’emergenza Covid, e il riferimento per molti pazienti è il medico di medicina generale.
“La nostra preoccupazione è legata proprio alla disomogeneità, alla poca conoscenza delle nostre patologie e soprattutto perché secondo le linee guida nazionali sulla vaccinazione a cui fanno riferimento le regioni, i pazienti che rappresentiamo dovrebbero essere inseriti dopo gli over 80, nella II fase, tra le persone estremamente vulnerabili” si legge sempre nella lettera del Coordinamento.
“Si tratta – prosegue la lettera – di pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive e conviventi, grave compromissione polmonare o marcata immunodeficienza e conviventi; immunodepressione secondaria a trattamento terapeutico e conviventi. Siamo a chiedere più trasparenza e chiarezza su questi punti, le nostre patologie hanno dei codici di esenzione, che spesso vengono sostituiti da un’esenzione totale o esenzione per reddito e non viene riconosciuta la patologia principale, quindi si rischia lo slittamento della vaccinazione”.
“Considerando anche che molti pazienti sono pediatrici siamo a sollecitare di inserire nella II fase di vaccinazione i genitori e caregiver – prosegue la missiva – i tempi non certi e la mancanza di comunicazione univoca, stanno creando ansia e stress che certo non giovano alle loro fragilità. Molti pazienti, inoltre, pur con gravi difficoltà, svolgono una vita lavorativa attiva e l’arrivo desiderato e tanto auspicato dei vaccini anti-Covid-19 ha aperto una strada di speranza per tutti e, in particolar modo, per chi sconta una condizione di salute compromessa e precaria”.