
Nel corso del 2023, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha condotto un’analisi approfondita sul mercato del lavoro nel settore privato, escludendo i settori dei lavoratori domestici e degli operai agricoli. I risultati di questa ricerca forniscono un quadro dettagliato delle dinamiche occupazionali in Italia durante l’anno in questione.
Andamento Generale
L’INPS ha registrato complessivamente 8.175.000 nuovi rapporti di lavoro nel settore privato nel corso del 2023. Tale cifra è rimasta stabile rispetto all’anno precedente, con un incremento marginale dello 0,3%. È importante sottolineare che questo dato è risultato superiore al livello pre-pandemico del 2019, confermando una graduale ripresa dell’occupazione nel paese.
Variazioni Contrattuali
Si è osservato un calo nelle assunzioni di contratti in somministrazione (-6%), in apprendistato (-5%), e a tempo indeterminato (-3%), rispetto al 2022. Tuttavia, le altre tipologie contrattuali hanno mostrato una leggera crescita: lavoro intermittente (+5%), tempo determinato (+3%), e stagionali (+1%).
Dimensioni Aziendali
Le dimensioni aziendali hanno subito variazioni, con una leggera flessione nelle classi aziendali fino a 15 dipendenti (-0,3%) e oltre 100 dipendenti (-1%), mentre la classe dimensionale intermedia da 16 a 99 dipendenti è cresciuta del 2,8%.
Tipologie Orarie
L’incidenza del lavoro part-time è rimasta stabile, rappresentando il 37,4% delle assunzioni a termine e il 32,8% delle assunzioni a tempo indeterminato.
Trasformazioni Contrattuali e Cessazioni
Le trasformazioni da contratti a tempo determinato sono state pari a 788.000, registrando un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, le conferme di rapporti di apprendistato al termine del periodo formativo sono diminuite del 15% rispetto al 2022.
Le cessazioni dei rapporti di lavoro nel 2023 sono state complessivamente 7.652.000, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-1%). Tale diminuzione è stata determinata principalmente dalle cessazioni dei contratti in somministrazione (-7%), a tempo indeterminato (-5%), e in apprendistato (-4%).