(di Tiziano Rapanà) Domani ennesima giornata internazionale, stavolta dedicata al toast. Ricorre ogni ultimo giovedì del mese di febbraio e domani sarà il tempo della celebrazione. Sapete quanto mi sono antipatiche le giornate nazionali e internazionali, dove si celebra di tutto. Epperò mi chiedo, a proposito del toast, come mai sia introvabile in molti bar. Talvolta, preso dall’uzzolo di consumare una fesseria, resto avvinto dalla collinetta della delusione. Perché, più volte, mi è successo di non trovarlo: “non ne facciamo” oppure “non me li chiedono”, questo mi viene detto. Il toast sembra più un’idea tutta casalinga di cena veloce o di pausa pranzo preparata in casa. Sul web pullulano proposte di inventiva attorno al toast: alcuni lo preparano in un modo più tradizionale, altri si abbandonano alle bizzarrìe più simpatiche. Io non vi propongo nulla, perché la mia fantasia non va oltre lo sposalizio con il prosciutto e il formaggio. Mi limito a chiedere ai cucinieri un’attenzione maggiore: più ricette e proposte, il toast va rivitalizzato. Se ne parla poco, non è al centro del dibattere gastronomico. Ed è un peccato.