Il dibattito sulla cancellazione del Superbonus ha riportato in questi mesi al centro dell’attenzione pubblica la necessità di individuare strumenti di incentivazione fiscale in grado di sostenere il percorso a lungo termine verso la sostenibilità del parco edilizio nazionale. Il sistema attuato finora si è configurato come una complessa architettura composta da stratificazioni successive di interventi di breve periodo, non armonizzati tra loro e continuamente rimessi in discussione e modificati.
Per questo, Rete Irene e ASSOCOND CO.NA.F.I. hanno elaborato, e presentato in questi giorni al Klimahouse 2024, una proposta congiunta di riordino degli incentivi destinati all’edilizia che punta alla creazione di un contesto fiscale e normativo stabile nel tempo, sostenibile per le finanze pubbliche e in grado sia di favorire il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico fissati a livello comunitario dalla direttiva UE “Case Green” sia di stimolare interventi per una riqualificazione edilizia più profonda.
Il principio base è quello di incentivare gli interventi in base alla loro qualità, discernendo i progetti per i quali può essere più utile per la collettività un maggiore investimento da parte dello Stato e quindi evitando la dispersione di risorse pubbliche. Uscendo quindi dallo schema finora prevalente negli incentivi fiscali, la proposta muove da un approccio pluri-obiettivo, assicurando un incentivo maggiore al crescere degli ambiti di intervento coinvolti: un’aliquota base per una sola tipologia di ambito (ad esempio, l’efficientamento energetico) e poi via via più alta a condizione che vengano coinvolti anche altri ambiti, come il miglioramento sismico, l’installazione di fonti rinnovabili e il raffrescamento estivo. La proposta, inoltre, suggerisce di prevedere una premialità aggiuntiva per gli interventi che raggiungano risultati particolarmente ambiziosi per almeno uno dei propri ambiti, garantendo quindi il livello massimo dell’aliquota incentivante solo ai progetti veramente d’eccellenza.
La proposta Rete Irene-ASSOCOND CO.NA.F.I. include il mantenimento dei meccanismi di sconto in fattura e cessione del credito, riservandoli però ancora una volta a interventi integrati, che mirino a migliorare più ambiti, oppure ad interventi “mono-ambito” che però, per le condizioni di partenza degli immobili – in termini di emissioni inquinanti, sicurezza sismica, consumi energetici, ecc. – presentino caratteristiche di particolare urgenza.
La proposta è pensata per avere una durata dai 10 ai 30 anni, ossia l’orizzonte temporale per raggiungere pienamente gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050. Accanto al nuovo meccanismo, Rete Irene e ASSOCOND CO.NA.F.I. suggeriscono un accorpamento e una razionalizzazione dei già esistenti Bonus Casa ed Ecobonus, consentendo agli operatori di continuare a lavorare anche con gli strumenti già noti.
“La complessità del settore richiede soluzioni chiare, che superino le difficoltà delle consolidate forme di incentivazione fra cui la frammentazione, la stratificazione e la costante oscillazione normativa. È in quest’ottica di semplificazione che si inserisce la nostra proposta, introducendo tre livelli di intensità incentivanti proporzionali al numero di ambiti di intervento e destinando le prestazioni ad edifici esistenti, energivori e non sicuri. L’intenzione è quella di selezionare i riceventi dei bonus con dei controlli che si baseranno sul possesso dei requisiti, sulle verifiche inerenti ai massimali di spesa e sulla congruità dei prezzi, sull’asseverazione tecnica dell’intervento e, infine, ottenendo un visto di conformità da parte dei soggetti autorizzati” ha dichiarato Manuel Castoldi, nella foto, Presidente di Rete Irene.
“Non è pensabile che gli obiettivi dettati dalla UE per il 2030, prima, e il 2050, poi, siano raggiunti integralmente a spese delle persone che vivono il “bene casa”. In quest’ottica è indispensabile il supporto dello Stato, sotto forma di messa a disposizione di denaro pubblico. Il sistema di incentivazione fiscale è, al tempo stesso, uno strumento essenziale e la via più logica per il raggiungimento degli obiettivi e dev’essere concepito nell’ottica di proteggere – benché non a scapito delle risorse pubbliche – le famiglie.Le forme più logiche ed efficaci sono quelle della cessione del credito, dello sconto in fattura e dei mutui a tassi agevolati per chi efficienta sul piano energetico gli edifici. Tutto questo deve collocarsi in un ambito di programmazione pluriennale: il Governo indica la spesa che i conti pubblici possono sopportare per ogni anno e si mette a punto un sistema di ‘prenotazione’ degli interventi, privilegiando quelli sugli edifici più energivori” dichiara l’Avv. Marco Ribaldone, Presidente di ASSOCOND CO.NAF.I..