Prossimi al via i nuovi incentivi per sostenere la produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili innovativi o con costi di generazione elevati. E’ pronta una nuova bozza del cosiddetto decreto FER2 (fonti di energie rinnovabili, ndr); il provvedimento, atteso da tempo, andrà a definire gli incentivi che stimoleranno la competitività nelle produzioni di energia green, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi di de-carbonizzazione al 2030. Il decreto FER2 stabilirà anche le modalità e le condizioni in base a cui potranno accedere agli incentivi gli impianti alimentati da biogas e biomasse, solare termodinamico, geo-termoelettrico, eolico offshore, fotovoltaico flottante (sia offshore che su acque interne) e gli impianti alimentati da energia mareomotrice, del moto ondoso e altre forme di energia marina. Tutti questi investimenti dovranno presentare caratteristiche di innovazione e ridotto impatto sull’ambiente e sul territorio. Il decreto si applicherà per un quinquennio, cioè dal 2024 al 31 dicembre 2028
Le procedure per accedere alle agevolazioni
Saranno di tipo competitivo e si svolgeranno in forma telematica, nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità, tutela della concorrenza e secondo modalità non discriminatorie. Per accedere alla corsa, gli impianti dovranno possedere requisiti prestazionali e di tutela ambientale.
I soggetti richiedenti devono offrire, nell’istanza di partecipazione, una riduzione percentuale sulla tariffa di riferimento, comunque non inferiore al 2%. Tale obbligo di offerta di riduzione non si applica agli impianti di potenza fino a 300 kW.
I contingenti di potenza che dovranno essere complessivamente resi disponibili nelle procedure competitive vengono individuati in una apposita tabella e in tutto ammontano 4.590 MW. Secondo la bozza, il contingente più elevato è per l’eolico off shore (3.800 MW), a cui ne vanno aggiunti altri (200 MW) per l’off shore floating.
Previsti anche i termini massimi di realizzazione degli investimenti: vanno dai 31 mesi per le biomasse ai 55 mesi per il solare termodinamico e 60 per il geotermico a zero emissioni. Gli impianti di cui sono titolari le pubbliche amministrazioni, invece, avranno a disposizione sei mesi di tempo in più.
Gli incentivi del decreto saranno cumulabili, ma a certe condizioni. Infatti, lo saranno esclusivamente con i meccanismi di aiuto rientranti fra le seguenti categorie: fondi di garanzia e fondi di rotazione; agevolazioni fiscali nella forma di credito di imposta o di detassazione dal reddito di impresa esclusivamente per impianti di nuova costruzione; contributi in conto capitale non eccedenti il 40% del costo dell’investimento degli investimenti in macchinari e apparecchiature.
Come verranno erogati gli incentivi?
Per gli impianti di potenza non superiore a 300 kW, il GSE provvederà direttamente al ritiro e alla vendita dell’energia elettrica, erogando, sulla produzione netta immessa in rete, la tariffa spettante in forma di tariffa totale. Sistema diverso, invece, per gli impianti di potenza superiore a 300 kW. In questo caso l’energia elettrica prodotta resterà nella disponibilità del produttore, che provvederà autonomamente alla valorizzazione sul mercato. Il GSE calcolerà la differenza tra la tariffa spettante e il prezzo dell’energia elettrica zonale orario. Nel caso in cui tale differenza sia positiva, erogherà gli incentivi applicando una tariffa premio, pari alla predetta differenza, sulla produzione netta immessa in rete. Invece, nel caso in cui tale differenza risulti negativa, conguaglierà e provvederà a richiedere al soggetto titolare gli importi corrispondenti.
Infine, potranno partecipare alle procedure anche impianti ubicati sul territorio degli stati membri dell’Unione europea o di stati terzi confinanti con l’Italia, con cui la Ue ha stipulato un accordo di libero scambio e che esportano fisicamente la loro produzione in Italia.
Luigi Chiarello e Giorgio Ambrosoli, ItaliaOggi