L’agenzia delle entrate richiama all’ordine i contribuenti che, pur essendo obbligati, non hanno presentato la dichiarazione dei redditi lo scorso 30 novembre.
In questi giorni stanno infatti arrivando le lettere di compliance ai contribuenti che non hanno presentato entro il 30 novembre 2023 la dichiarazione dei redditi dell’anno d’imposta 2022 benché in possesso di più certificazioni uniche che obbligavano all’invio del dichiarativo fiscale.
L’invito dell’agenzia è quello di verificare la propria posizione fiscale e, se effettivamente obbligati, inviare un dichiarazione tardiva entro il 28 febbraio 2024.
Dal prossimo anno i termini per presentare le dichiarazioni tardive cambiano e si accorcia anche l’arco temporale per trasmettere correlate lettere di compliance.
In conseguenza dell’entrata in vigore del nuovo calendario fiscale infatti il termine per l’invio delle dichiarazioni per il 2024 è passato dal 30 novembre al 15 ottobre (ai sensi dell’articolo 38 del decreto legislativo recante disposizioni in materia di procedimento accertativo) con i modelli tardivi di conseguenza inviabili entro il 13 gennaio 2025 (entro 90 giorni dalla scadenza).
Dal 2025 invece la scadenza per l’invio dei modelli è stabilita per il 30 settembre con il meccanismo della tardività utilizzabile entro il 29 dicembre.
Gli inviti alla regolarizzazione invece potranno essere recapitati agli interessati dal 16 ottobre fino al 30 novembre 2024 e poi dal 1 al 13 gennaio 2025 poiché dall’1 al 31 dicembre opera la sospensione prevista dal decreto legislativo 1/2024 che inibisce la possibilità all’agenzia delle entrate di inviare ai contribuenti nei mesi di agosto e dicembre una serie di atti tra cui proprio le lettere di compliance.
La compliance anti dichiarazioni omesse
Lo scopo della comunicazione è evitare eventuali futuri accertamenti ed spingere i contribuenti all’auto-regolarizzazione, ovvero a quello che viene definito “adempimento spontaneo”, da effettuarsi entro il 28 febbraio attraverso la presentazione di una dichiarazione tardiva.
La lettera infatti, oltre a segnalare l’esistenza più certificazioni trasmesse dai vari sostituti nel 2022 all’agenzia delle entrate, casistica da cui scaturisce nella maggior parte dei casi (se in mancanza delle operazioni di conguaglio) l’obbligo di presentazione della dichiarazione, indica anche le modalità di regolarizzazione.
L’agenzia infatti evidenzia ai contribuenti che è possibile beneficiare di una “significativa riduzione delle sanzioni” presentando una dichiarazione tardiva ovvero quelle trasmesse, ai sensi dell’articolo 2 comma 7 del dpr 322/98, entro novanta giorni dalla scadenza del termine ordinario.
Va ricordato infatti che il dpr 322/1998 all’articolo 2 comma 7 dispone che “sono considerate valide le dichiarazioni presentate entro novanta giorni dalla scadenza del termine, salva restando l’applicazione delle sanzioni amministrative per il ritardo”. La tardiva presentazione del dichiarativo (nei termini previsti) è punito con una pena pecuniaria equiparata a quella dell’omessa dichiarazione come disposto dalla circolare ministeriale del ministero delle finanze n.23 del 1999 ed ai sensi dell’art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 471, da 250 a 1.000 euro con possibilità di riduzione delle sanzione tramite utilizzo del ravvedimento operoso ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 472/97.
Giuliano Mandolesi, ItaliaOggi