Negli ultimi anni, tutti parlano delle alternative alla carne, promettendo alternative più salutari e a minor impatto ambientale rispetto alle carni tradizionali. Tuttavia, il nuovo dossier Nutrimi, intitolato “I sostituti della carne: dal mito della sostenibilità alla disinformazione nutrizionale”, sfida queste affermazioni mettendo a confronto realtà e percezioni. Il dossier è stato presentato in anteprima con le riflessioni del Prof. Giuseppe Pulina e della Dott.ssa Elisabetta Bernardi. Il dossier chiarisce innanzitutto le differenze sostanziali tra i prodotti noti come “plant-based” e quelli di carne artificiale. I primi sono realizzati con una matrice proteica vegetale, cercando di replicare consistenza e sapore della carne. D’altro canto, la carne artificiale è prodotta in laboratorio a partire da cellule staminali. L’Italia, in sintonia con l’approccio europeo, ha adottato una posizione cauta nei confronti di quest’ultima, basata sul principio di precauzione. Il team di scienziati di Nutrimi ha esaminato la letteratura scientifica esistente per rispondere a una domanda fondamentale: i sostituti della carne plant-based sono veramente più salutari? I risultati evidenziano un elevato contenuto di sale e zuccheri in molti di questi prodotti, superiore rispetto alle carni tradizionali. Inoltre, si sottolinea una carenza di amminoacidi essenziali nelle fonti proteiche vegetali utilizzate. Il dossier mette anche in discussione l’idea che la carne artificiale sia una soluzione più sostenibile rispetto alle carni tradizionali. Secondo il Prof. Pulina, recenti studi sulla Life Cycle Assessment hanno mostrato un potenziale di riscaldamento globale maggiore per la carne artificiale rispetto a quella proveniente dagli allevamenti. Le affermazioni sulla sostenibilità, spesso basate su dati provenienti da “letteratura grigia”, richiedono ulteriori approfondimenti.