Il tessuto sociale italiano continua a essere lacerato dalla crescente marea della povertà, come rivelato nel Rapporto 2023 su Povertà ed esclusione sociale di Caritas. I dati evidenziano un allarmante aumento di 357mila individui in povertà assoluta nell’ultimo anno, portando il totale a oltre 5,6 milioni di persone, il 9,7% della popolazione. La fotografia scattata dalla Caritas dipinge un quadro critico e strutturale, svelando una realtà che colpisce soprattutto i più vulnerabili. La povertà in Italia si sta radicando sempre di più, diventando un fenomeno “strutturale” anziché residuale. I poveri assoluti sono ora più di 5,6 milioni, rappresentando il 9,7% della popolazione. La dimensione della “ereditarietà” della povertà emerge come una triste costante, rendendo l’Italia il paese europeo con la trasmissione inter-generazionale più intensa delle condizioni di vita sfavorevoli. Le disuguaglianze tra cittadini italiani e stranieri raggiungono livelli allarmanti. La povertà assoluta tra i nuclei con soli componenti stranieri raggiunge il 33,2%, con un balzo al 36,1% per gli stranieri con figli minori. Nonostante rappresentino solo l’8,7% della popolazione, gli stranieri costituiscono il 30% dei poveri assoluti. Il concetto di “working poor” emerge come una realtà significativa, con il 47% dei nuclei in povertà assoluta che ha il capofamiglia occupato. Il numero di “working poor” in Italia è di 2,7 milioni, evidenziando la disconnessione tra lavoro e benessere economico. Nuove forme di povertà, come quella energetica, emergono come ulteriori sfide da affrontare. Il Rapporto Caritas 2023, intitolato “Tutto da perdere”, offre così uno sguardo sulla realtà della povertà in Italia. I dati presentati sottolineano la necessità di affrontare il problema con soluzioni efficaci e di lungo termine, spingendo la società a riconsiderare il proprio impegno nella lotta contro la povertà e le disuguaglianze sociali.