Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato una serie di decreti di attuazione fiscale, tra cui spicca il “potenziamento del regime di adempimento collaborativo”. Ma cosa significa tutto ciò per i cittadini e le imprese? Vediamo insieme i punti chiave di questa importante novità. L’adempimento collaborativo è un nuovo approccio tra fisco e contribuente, mirato a instaurare un rapporto di fiducia attraverso una comunicazione costante e preventiva. Il contribuente può aderire a questo regime affiancato dall’Agenzia delle Entrate, godendo di certezza sui pagamenti e sui controlli. Per aderire a questo regime, le imprese devono essere dotate di un sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale certificato da professionisti qualificati. Questo sistema, noto come Tax Control Framework, consente una valutazione preventiva dei rischi fiscali, riducendo i contenziosi e garantendo certezza del diritto. Attualmente, la soglia per aderire al regime è di un miliardo di euro, ma si prevede una graduale riduzione: a 750 milioni nel biennio 2024-25, a 500 milioni nel biennio 2026-27, per poi stabilizzarsi a 100 milioni di euro dal 2028. In caso di comunicazione tempestiva ed esaustiva dei rischi fiscali, le sanzioni amministrative sono ridotte della metà, a condizione che il comportamento del contribuente sia conforme a quanto comunicato. Il provvedimento potenzia l’istituto della conciliazione, estendendone l’applicazione alle controversie pendenti in Cassazione. L’obiettivo è deflazionare il contenzioso e garantire una giustizia tributaria più rapida ed efficace.