
Il taglio di 260 euro di detrazione per i contribuenti con reddito complessivo sopra i 50 mila euro che scatterà dall’anno d’imposta 2024 non toccherà le spese sanitarie che resteranno integralmente detraibili senza quindi la citata penalizzazione. Questo è quanto stabilito nell’ultima versione (quella bollinata) del decreto legislativo sulla riforma irpef-ires all’articolo 2 comma 1 lettera a), in cui viene esplicitato, rispetto quanto era stato indicato in precedenti bozze del decreto, che la diminuzione dell’ammontare della detrazione per i soggetti over 50 mila euro riguarderà sì gli oneri la cui detraibilità è fissata nella misura del 19% dal tuir ma ad eccezione delle spese sanitarie di cui all’articolo 15, comma 1, lettera c) del predetto testo unico.
I soggetti interessati
Secondo l’ufficio parlamentare di Bilancio (UPB) saranno 1,4 milioni i soggetti colpiti dal taglio con un impatto medio di 168 euro e con solo il 38% della platea citata che subirà integralmente la riduzione secca dei 260 euro.
E’ opportuno ricordare che in linea generale all’articolo 2 del decreto legislativo, la diminuzione di 260 euro dell’ammontare della detrazione spettante per il 2024 riguarda 4 categorie di oneri ovvero, quelli la cui detraibilità è fissata nella misura del 19 per cento Tuir (o da qualsiasi altra disposizione fiscale) ad esclusione delle spese sanitarie, le erogazioni liberali a favore delle ONLUS, delle iniziative umanitarie, religiose o laiche di cui all’articolo 15, comma 1.1 del Tuir, le erogazioni liberali a favore degli enti del terzo settore di cui all’articolo 83, comma 1, primo e secondo periodo, del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 ed i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi di cui all’articolo 119, comma 4, quinto periodo, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. Non risultano quindi nell’ambito oggettivo della disposizioni anche le detrazioni legate ai bonus edilizi, sia quelli per ristrutturazione “ordinaria” sia ecobonus e superbonus anch’esse non sono toccate dal taglio e pienamente detraibili.
Le valutazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio
Sull’impatto di tale disposizione sui contribuenti, con la specifiche esclusioni previste dalla normativa, sono interessanti le valutazioni presenti nel documento rilasciato dall’Ufficio parlamentare di bilancio in occasione delle audizioni preliminari all’esame del disegno di legge recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026” pubblicato lo scorso 14 novembre.
Nel documento viene rilevato infatti che a normativa vigente circa l’87% dei circa 2,3 milioni di contribuenti con reddito oltre i 50.000 euro ha detrazioni per oneri per un totale di circa 950 milioni, che costituiscono poco più del 15% dei 6,1 miliardi di detrazioni per oneri totali.
Di questi, quelli con oneri oggetto della riduzione dei 260 euro prevista dalla riforma sono circa 1,4 milioni, le cui detrazioni, pari a 754 milioni, si distribuiscono approssimativamente in uguale misura tra oneri sanitari (non coinvolti) e non (397 milioni).
Il taglio dei citati 260 euro genererà quindi una riduzione dell’ammontare detraibile escluse le spese sanitarie pari a 236 milioni (il 59% del totale), corrispondenti a una riduzione media delle stesse di 168 euro.
In termini di soggetti coinvolti, la decurtazione delle detrazioni per oneri non sanitari risulta essere piena soltanto per il 38% dei casi che, quindi, mantiene detrazioni per oneri positive.
Giuliano Mandolesi, ItaliaOggi