L’Emilia Romagna e altre regioni italiane stanno affrontando una sfida nel reclutare docenti di ruolo per le scuole. Una delle cause di questa difficoltà è il “caro vita“, che colpisce gli italiani e influenza le scelte degli insegnanti. Molti insegnanti preferiscono rimanere supplenti nelle loro regioni di origine, spesso al Sud, piuttosto che spostarsi al Centro-Nord per ottenere una cattedra a tempo indeterminato, considerando le sfide economiche legate ai costi della vita in queste regioni, soprattutto nelle grandi città.
Nel tentativo di attrarre docenti di ruolo, molte regioni italiane hanno lanciato la “call veloce”, una procedura che consente agli insegnanti di trasferirsi dalla loro regione o provincia di origine per ottenere una cattedra a tempo indeterminato in un’altra regione. Tuttavia, questa procedura non ha ottenuto il successo sperato. Ad esempio, in Emilia Romagna, su 2.137 posti disponibili, sono arrivati solo 17 docenti.
Oltre al “caro vita”, ci sono anche vincoli normativi alla mobilità che frenano gli spostamenti degli insegnanti tra le regioni. In molti casi, gli insegnanti devono aspettare tre anni prima di poter richiedere un trasferimento, a meno che non ci siano eccezioni.
Questo fenomeno sta contribuendo a un aumento del numero di supplenti nelle scuole italiane, con stime che indicano che ci potrebbero essere circa 200.000 supplenti nell’anno scolastico 2023/24.
Il governo italiano ha discusso il problema e ha ipotizzato nuove forme di finanziamento o sostegno per rendere più attrattivi gli stipendi degli insegnanti, in modo da rendere meno complesso il trasferimento lontano da casa per coprire le cattedre libere. Tuttavia, queste proposte hanno incontrato opposizione e sono state accantonate. La questione della mobilità degli insegnanti e del reclutamento di docenti di ruolo rimane una sfida da affrontare nel sistema scolastico italiano.