Contro il caro rata dei mutui si allunga la durata e si rende più facile il passaggio dal variabile al fisso con condizioni più elastiche. Sono principalmente due le direzioni su cui l’associazione bancaria italiana (Abi) è pronta a fare sistema e che emergono dal confronto in corso con il ministero dell’economia per individuare le soluzioni per supportare le famiglie che stanno affrontando il caro rata dei mutui con aumenti stimati per chi ha un finanziamento a tasso variabile di circa il 60% in più rispetto al 2022, secondo il monitoraggio di Facile.it dopo l’ultimo rialzo del costo del denaro di giugno della Bce.
La linea di intervento di Abi e ministero dell’economia. «Stiamo lavorando col ministero dell’Economia per trovare delle possibilità di ampliamento delle misure che non sono solo di allungamento» della scadenza dei mutui, «sono anche di rinegoziazione e surroga, tutto il possibile nell’ambito delle rigide norme che l’autorità bancaria europea, l’Eba, ci continua a imporre. Non siamo interessati socialmente alle crisi delle famiglie, anzi siamo interessati a prevenirle». Lo ha detto Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana, a margine della consegna del Gonfalone d’argento del Consiglio regionale della Toscana, parlando del caro mutui causato dal rialzo dei tassi della Banca centrale europea. «Prevenendo le crisi delle famiglie – ha spiegato – si prevengono anche i crediti deteriorati e maggiori oneri di capitale per le banche. Quindi l’interesse è assolutamente convergente».Le sofferenze delle famiglie per i mutui in essere sono pari allo 0,50%. Le sofferenze creditizie in cui si fanno rientrare i ritardi dei pagamenti superiori ai 90 giorni, le sofferenze sui mutui e i probabili inadempimenti al 31 marzo 2023, ultimo dato disponibile ammontano a 6,9 mld. Una situazione su cui la moral suasion di governo e Abi è in ottica di prevenzione.
Le misure. Ma come si concretizzerà l’alleggerimento presso le famiglie? Intanto si parte da un dato che attualmente in Italia la percentuale dei mutui a tasso fisso è al 63%, chi ha un mutuo a tasso variabile rientra nel 37% della casistica. In questa si deve poi operare una ulteriore differenza i mutui a tasso variabile con cap (tetto) che è una protezione automatica sull’aumento dei tassi e chi ha una formula di durata variabile, di fronte all’aumento dei tassi la rata si mantiene costante quello che aumenta è la durata. E questa è una delle ipotesi che Abi segnalerà alle altre associate, spingere sulla rinegoziazione e in particolare sull’elemento della durata, forte anche dell’esperienza già praticata da altri istituti bancari. Si spingerà dunque per la possibilità di allungare la rata che attualmente è in media sui 30 anni fino a 40 anni. In questa direzione opera ad esempio Banca Intesa San Paolo per i mutui under 36. L’Abi inviterà poi a riprendere la possibilità di conferire le surroghe, crollate in questa fase in cui apparentemente il trasloco di mutuo non è conveniente e comporta un aggravio. Si potrà poi partire dalla disposizione della legge di bilancio del passaggio da tasso variabile a fisso a condizioni con un margine di discrezionalità proprio sulle condizioni. Al momento la legge fissa come condizioni di passaggio un mutuo fino a 200 mila euro e un Isee fino a 35 mila euro, per Abi le banche possono avere la strada aperta a considerare la storia creditizia del cliente e poter decidere di valutare importi di mutuo più alto e soglie Isee più elevate. Infine informare sulle possibilità di sospensione della rata accedendo al fondo Gasparrini. In questo caso le ipotesi sono elencate da legge, dovrà dunque essere il governo a valutare la possibilità di un ampliamento delle condizioni di accesso.
Cristina Bartelli, ItaliaOggi