
Nonostante un contesto sfavorevole, il Pil della Toscana è cresciuto del 4,1% lo scorso anno, superando la media italiana. Nel 2023 si prevede un rallentamento, ma la dinamica rimane positiva, con una stima di crescita del 1,1%. L’occupazione mostra segnali incoraggianti, con un aumento significativo dei contratti stabili. L’inflazione ha raggiunto un picco, ma ora sembra in calo.
L’Irpet, l’Istituto per la Programmazione Economica della Toscana, ha presentato un rapporto sul quadro macroeconomico regionale. Nonostante le difficoltà legate alla stretta monetaria, all’inflazione e all’incertezza causata dal conflitto russo-ucraino e dai costi energetici, l’economia toscana mantiene una solida tenuta.
Nel 2022, il Pil regionale è cresciuto del 4,1%, superando la media nazionale (+3,8%). Per il 2023 si prevede una frenata, ma ancora positiva, con una stima di crescita del 1,1%. Si prevede un ulteriore aumento del 1,3% nel 2024 e nel 2025. Il settore turistico ha contribuito in modo significativo alla crescita dello scorso anno. Per sostenere questa dinamica, è fondamentale sfruttare appieno le opportunità offerte dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dai fondi europei.
L’occupazione in Toscana è in aumento, con 89.000 nuovi occupati rispetto al 2019. Più della metà di questi sono contratti stabili, con 54.000 conversioni da contratti a termine a indeterminato, il più alto incremento degli ultimi tredici anni. Nel primo trimestre del 2023, gli avviamenti al lavoro hanno superato le cessazioni di lavoro di 52.000 unità, registrando valori superiori agli stessi periodi del 2021, del 2022 e anche del 2019 precedente alla pandemia. Questo aumento dell’occupazione riguarda tutti i settori, ad eccezione del comparto del credito e assicurativo-finanziario. Si prevede che il tasso di disoccupazione si riduca ulteriormente nel 2023, attestandosi al 6,0%.
I consumi delle famiglie sono stati influenzati dall’inflazione, che sembra rallentare negli ultimi mesi. Nel 2022, l’inflazione ha raggiunto l’8,1% su base annua, con un aumento più accentuato dei prezzi dei beni (+11,9%) rispetto ai servizi (+3%). Si prevede un’ulteriore inflazione sopra il 5% nel 2023. Il rapporto evidenzia anche alcune criticità, tra cui la flessione della produzione industriale e le sfide nel reperimento del personale. Molte imprese toscane hanno segnalato difficoltà nel trovare candidati qualificati per coprire le posizioni vacanti.
Il clima di fiducia delle famiglie è peggiorato leggermente, con un aumento della percezione di povertà e delle difficoltà nel raggiungere la fine del mese. Le famiglie hanno ridotto i consumi, rinunciando a determinati beni e servizi. La riforma del reddito di cittadinanza, contenuta nel Decreto Lavoro, ha avuto impatti sul numero dei beneficiari, con una riduzione stimata di 12.000 nuclei familiari e 37.000 individui in meno nella regione.
Infine, il rapporto si sofferma sull’attuazione del Pnrr e il suo impatto sull’economia toscana. Gli investimenti previsti dal Piano dovrebbero generare un aumento dello 0,8% del Pil regionale e dell’1% dell’occupazione annuale media. Al 1° giugno 2023, sono in corso 7.976 progetti Pnrr, per un totale di quasi 7,4 miliardi di euro. La maggior parte delle risorse è destinata alla rivoluzione verde e transizione ecologica (30%), seguita da istruzione e ricerca (20%) e digitalizzazione, innovazione, cultura e turismo (15%). I progetti riguardano principalmente opere pubbliche (64%), mentre il restante 36% è suddiviso tra spesa corrente per beni e servizi e incentivi alle imprese. I Comuni sono i principali beneficiari dei finanziamenti (65%), seguiti dalle imprese (12%).