Tre città sono coinvolte nel progetto ‘Mistral’ sull’applicazione dell’One Healt. Si tratta di Taranto, Rybnik, vicino Cracovia, in Polonia, e e Hasselt, nelle Fiandre, in Belgio.
Per One Healt, s’intende – come spiega l’Istituto superiore di Sanità – un equilibrio tra la salute umana, la salute animale e la salute ambientale.
On Healt arriva a Taranto col progetto Mistral finanziato per 4 milioni dal progetto di ricerca europeo Horizon.
A queste risorse, si aggiungono altri 13,8 milioni, assegnati dal ministero delle Imprese al Comune di Taranto, per realizzare la struttura fisica. È quello per ‘Calliope’ che sarà la “casa delle tecnologie” e ospiterà la ricerca per l’One Healt.
“Taranto – dichiara il coordinatore Rodolfo Sardone (nella foto) – è messa in relazione con altre città d’Europa per la creazione di un ‘gemello digitale’ dell’One Healt. Per ‘gemello digitale’ si intende un modello complesso in cui dentro c’é tutto: lo stato di salute, di deprivazione sociale, quanto verde, come è fatta la città, quanti edifici ci sono, la mobilità, quante mamme, quanti bambini nascono”.
“Un contenitore di big data – aggiunge Sardone – che può essere utilizzato per fare dei modelli di interazione. Esempio: mettendo più verde in un’area di Taranto, posso vedere se cambia la salute in quel quartiere. Lo si può fare direttamente con questo modello senza intervenire sulla popolazione e vedere come varia la salute nei prossimi dieci anni”. “Il programma Horizon – aggiunge Sardone – è già partito e dura 48 mesi nei quali dobbiamo sviluppare il modello On Healt. Horizon è il più importante finanziamento di progetti scientifici. In questo contesto è stato selezionato e premiato Mistral con una dotazione di 4 milioni di euro”.
La “casa delle tecnologie” sarà invece “un incubatore di progetti, un acceleratore di prototipi che servono per il monitoraggio dei tre dominii della salute: l’umana, l’ambientale e l’animale”. Si tratta, spiega ancora Sardone, di “un modello predittivo, anzi di un insieme di modelli predittivi, su vari dominii per vedere come cambiano le condizioni di salute e di vita della popolazione. In Italia questo modello non c’é ancora mentre in Europa applicazioni pratiche ci sono. A Barcellona, per esempio, con un finanziamento come quello che Taranto sta per avere adesso col Just Transition Fund, sono stati creati modelli urbanistici e di verde che hanno modificato drasticamente non solo la salute ma anche il tessuto urbano, sociale e l’economia di quest’importante città della Spagna”. Tra le attività già in campo, rileva ancora Sardone, c’é “la messa a punto di un drone subacqueo che andrà nel Mar Piccolo di Taranto e con un braccio meccanico, alimentato dall’intelligenza artificiale, potrà raccogliere i mitili per andare poi a misurare in laboratorio il tasso di inquinanti piuttosto che di patogeni, di microbi, all’interno degli stessi mitili. Contestualmente con una telecamera innovativa, multispettrale, si potrà vedere il contenuto in termini di microplastiche, che sono uno degli inquinanti principali che passano attraverso la catena del cibo”.