“Le sfide della filiera automotive, tra transizione green e tecnologica”: con un momento di approfondimento su questo esplicativo titolo Intesa Sanpaolo ha acceso i riflettori sull’automotive abruzzese con un incontro presso la propria sede chietina di via Colonnetta. Un’occasione preziosa per fare il punto insieme alle imprese sullo stato di salute del comparto e le sfide che lo attendono, a partire appunto dalla transizione ambientale e sulla strategicità del rapporto banca-imprese, partendo dalla ricerca condotta proprio tra le aziende dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a. d. Carlo Messina).
Ad introdurre i lavori la relazione sul tema “Punti di forza e sfide future per la filiera dell’Automotive: i risultati di un’indagine ad hoc” tenuta da Giovanni Foresti e Rosa Maria Vitulano, economisti della Direzione Studi e Ricerche – Industry Research di Intesa Sanpaolo. All’illustrazione della situazione presente e potenzialmente prospettica del comparto attraverso la voce degli imprenditori, è seguito un momento di dibattito e approfondimento che ha visto protagonisti Roberto Gabrielli (Direttore Regionale Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo), Paolo Musso (Direttore Imprese Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo) e i rappresentanti delle imprese abruzzesi partecipanti all’indagine.
Roberto Gabrielli, Direttore Regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo: “La filiera dell’automotive ricopre un ruolo centrale sia per la sua incidenza economica che per l’elevata intensità in termini di ricerca e sviluppo. Innovazione è un concetto ampio e trasversale, che va dall’utilizzo delle nuove tecnologie al miglioramento dei parametri ESG, e non c’è settore che non ne sia coinvolto. Intesa Sanpaolo, come prima banca italiana, è al fianco del tessuto economico e produttivo come parte attiva in questo percorso nell’ambito del nostro impegno complessivo ad attivare, nell’arco del PNRR, erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI. Alle nostre imprese mettiamo a disposizione strumenti per affrontare le situazioni contingenti e le affianchiamo fornendo sostegno finanziario e consulenza agli investimenti strategici. Investimenti verso cui le aziende abruzzesi dimostrano grande attenzione, facendo leva sulla loro capacità di innovazione di processo e di prodotto”.
La filiera italiana dell’Automotive si trova ad affrontare uno scenario caratterizzato da grande incertezza, ma anche da notevoli opportunità rappresentate da mobilità sostenibile ed economia circolare, guida autonoma, connettività, nuovi servizi alla mobilità, riduzione delle distanze di fornitura. Se da un lato è a rischio il futuro di una quota rilevante di piccoli produttori italiani attivi in filiera nelle motorizzazioni a combustione interna, dall’altro lato si possono anche aprire interessanti spazi di mercato, anche per le imprese italiane specializzate nell’elettronica o nell’elettrotecnica.
Dall’indagine condotta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo tra le principali imprese clienti del settore in tutta Italia emerge un quadro confortante: il sistema italiano appare nel complesso attrezzato ad affrontare le importanti sfide che avrà di fronte nel prossimo futuro, grazie ad una solida “base di partenza”, caratterizzata, fra l’altro, da un’elevata diversificazione produttiva, da un’alta diffusione di uffici R&S tra le imprese di riferimento del settore e da una buona dotazione di competenze ingegneristiche a livello territoriale. In Abruzzo, si osservano valutazioni più elevate sulle competenze informatiche ed elettroniche, mentre positive ma inferiori alla media nazionale sono le competenze in meccanica e nuove tecnologie 4.0.
Le aziende intervistate, anche quelle abruzzesi, sono consapevoli delle importanti opportunità dettate dal nuovo paradigma: in particolare il Made in Italy è conscio della necessità di dover stringere alleanze con altri player, in grado di facilitare il processo di riconversione della produzione, e di intensificare gli investimenti in innovazione e in valorizzazione del capitale umano. In Abruzzo i filoni di ricerca su cui sono state maggiormente interessate le imprese intervistate sono l’alleggerimento componenti, la riduzione emissioni e le parti estetiche.
Un elemento di interesse è rappresentato dalla significativa quota di operatori che interagisce con il mondo universitario: è un aspetto quanto mai positivo, se si pensa al fatto che il sistema accademico è spesso giudicato distante dalle aziende. In prospettiva, l’università è attesa divenire ancora più centrale ed è previsto un rafforzamento del ruolo dei Competence Center e delle Start-up. In Abruzzo i clienti e i fornitori di tecnologia assumeranno prospetticamente un ruolo più rilevante rispetto alla media del Mezzogiorno.
La sfida della conservazione del know how e dei livelli di occupazione richiede grandi investimenti in innovazione, tecnologia e competenze, nonché una profonda revisione del business model tradizionale e un processo di consolidamento dimensionale. Si tratta di una fase delicata che va accompagnata da una adeguata e decisa politica industriale.
Tra le misure ritenute più importanti le imprese intervistate dell’Abruzzo – più di quanto emerso mediamente a livello italiano – hanno indicato al primo posto la promozione di programmi di innovazione con Università ed enti di ricerca, seguita dal sostegno alla ricerca applicata ma anche a quella di base. Sono ritenute strategiche anche le azioni dirette alla formazione di competenze in tecnologie di transizione e sarà necessario puntare anche sulla riqualificazione dei lavoratori in azienda.
Si tratta di interventi prioritari che, se resi stabili e inseriti all’interno di un quadro regolamentare chiaro ed equilibrato, potranno favorire un diffuso percorso di innovazione e riposizionamento competitivo delle imprese della filiera italiana dell’automotive, in un contesto che ancora per diverso tempo potrà restare caratterizzato da grande incertezza tecnologica e di mercato.