«Elevati “coefficienti RSI” si registrano anche in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio ed Umbria» dicono gli analisti di EnergRed, E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle PMI italiane.
Il 37,5% delle PMI italiane, circa 300 mila imprese, sono interessate alla Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), cultura aziendale improntata sulla tutela dei diritti fondamentali e sulla creazione di valore condiviso.
Come messo in evidenza da un’analisi di EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle imprese italiane, le 300 mila PMI individuate sono anche quelle che già investono di più nell’efficienza energetica.
In tale contesto, EnergRed.com si propone di estendere e far conoscere i benefici dell’RSI all’intero Paese, puntando sul fotovoltaico come fonte di energia più conveniente per le aziende.
E nell’ambito del «Programma RSI per il 2023»EnergRed si propone anche di finanziare progetti di riforestazione finalizzati a contrastare i cambiamenti climatici.
«Di fronte ai disastri ambientali, al cambiamento climatico, all’incremento del divario tra le aree ricche e quelle povere del Pianeta, cresce la consapevolezza che la politica, da sola, è impotente, se non accompagnata dall’impegno diretto delle imprese ed alla necessaria transizione verso fonti di energia pulita e rinnovabile» spiega Moreno Scarchini, nella foto, ceo di EnergRed (www.energred.com).
Uno studio realizzato per conto della E.S.Co. dall’International Center for Social Research (www.icsr-net.com) ha sondato il livello di propensione alla RSI nel segmento PMI nelle diverse regioni d’Italia, individuando sul podio Lombardia (50,4%), Trentino-Alto Adige (48,5%) e Friuli Venezia Giulia(46,2%).
Seguono nella «top-10 di EnergRed.com» Piemonte (43,4%), Veneto(42,6%), Emilia-Romagna (40,1%), Lazio (39,5%), Umbria (38,7%), Valle d’Aosta (37,4%) e Liguria (36,3%).
La propensione alla RSI è invece minore nelle rimanenti regioni: Toscana(36,2%), Basilicata (35,8%), Molise (35,1%), Sardegna (34,8%), Sicilia(34,3%), Marche (32,5%), Puglia (32,4%), Campania (29,4%), Abruzzo(28,7%) e Calabria (28,2%).