Nel 2022 il numero di assunzioni in Fvg nel settore privato (esclusi lavoratori domestici e operai agricoli) è aumentato del 12,4% rispetto al 2021: da 143mila a 161mila, quasi 18mila unità in più, valore superiore (di circa 14.500 unità) anche a quello del 2019, prima della pandemia. Lo rende noto l’Ires Friuli Venezia Giulia che ha rielaborato dati Inps. Nella seconda parte del 2021 – precisa l’Ires – si osserva però un rallentamento della domanda di lavoro; la crescita si è concentrata nei primi 5 mesi, da giugno in poi i dati sono allineati al 2021. Dinamica evidenziata anche dall’Istat. Sono cresciute in termini relativi assunzioni a tempo indeterminato (23mila quasi 4.800 in più, +25,8%), in valori assoluti l’incremento più rilevante ha riguardato quelle a termine (+4.900 unità, +8,3%). Solo nel 2015 si è avuto un valore più elevato (quasi 30.000), anche grazie ai forti sgravi contributivi introdotti quell’anno. Sono notevolmente aumentati – spiega l’Ires – anche i contratti stagionali (+20,5%), a testimonianza del buon andamento del comparto turistico. A livello territoriale la provincia di Udine presenta la maggiore variazione positiva (+16,5%); poi TRIESTE (+13,5%), Gorizia (+11,9%) e Pordenone (+4,6%). Nel 2022 sono aumentate anche le interruzioni dei rapporti di lavoro (da 131.000 a 156.000, quasi il 19% in più). Le dimissioni dei lavoratori sono sempre più diffuse, nel biennio 2021-2022 hanno superato il 75%. A Pordenone ha superato l’80%, è una tra le più elevate d’Italia. Le cessazioni di natura economica hanno un peso sempre minore (13,6%) ma sono aumentati i licenziamenti disciplinari dei lavoratori a tempo indeterminato (dal 2,5% nel 2014, al 5,8%). Mancano però esercenti e addetti alla ristorazione, personale non qualificato nei servizi di pulizia e addetti alle vendite; e poi operai specializzati in edilizia e manutenzione degli edifici, fonditori, saldatori, lattonieri.