In campo è stato un ottimo, fantastico giocatore. Fuori dal campo è diventato una delle personalità più discusse e incontenibili della storia dello sport. Sfrenato, sfrontato, senza compromessi, Dennis Rodman è un personaggio unico per generazioni di appassionati di basket e di spettacolo. Il corpo ricoperto di tatuaggi, i piercing e i capelli fluorescenti sempre diversi: con i suoi comportamenti equivoci, tanto quanto con le sue prestazioni sportive da record, si guadagnò presto la reputazione di stella ribelle. L’imperdibile autoritratto di Dennis Rodman, “Bad as I wanna be – La mia filosofia”, arriva finalmente in Italia per Salani editore (228 pagine, 15,90 euro). L’autobiografia, scritta negli anni Novanta con l’autore Tim Keown, racconta in prima persona la sua versione del mito: dalle origini umili all’esordio della carriera in NBA con i Pistons, fino all’approdo a Chicago, dai temi scottanti di sesso, razzismo e omofobia agli scontri con la Lega, ogni capitolo affronta le sue vicende personali inscindibilmente legate a quelle sportive, seguendo la sua parabola altalenante senza tralasciare gli episodi più noti, come il sostegno a Magic Johnson nel suo momento più buio, e quelli più eccentrici, come la relazione con la popstar Madonna. Dennis Rodman è stato sette volte miglior rimbalzista dell’NBA. Nella sua carriera ha vinto cinque anelli del campionato: 1989 e ’90 con i Detroit Pistons e 1996, ’97 e ’98 con i Chicago Bulls. È stato inoltre nominato due volte Defensive Playr of the Year (1990, ’91), due volte All-NBA Third Team (1992, ’95), sette volte All-Defensive First Team (1989-93, ’95, ’96) e due volte NBA All-Star (1990, ’92). Nel 2011 è stato inserito nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.