Il cervello possiede una struttura predeterminata innata che aiuta la percezione degli eventi sensoriali. È questa l’ipotesi di un team italiano di neuroscienziati della Scuola IMT per gli Studi Avanzati di Lucca e dell’Università di Torino. Questa ipotesi dà nuovo impulso alla ricerca sulle persone con sordità e non vedenti. Per costruire una rappresentazione del mondo esterno e dargli un senso coerente, il nostro cervello ha bisogno di elaborare e integrare le informazioni provenienti da tutti i nostri sensi, inclusi la vista e l’udito. Ma se questa “elaborazione multisensoriale” sia innata e presente dalla nascita nel cervello umano, o piuttosto dipenda dall’esperienza, rimane un dibattito aperto. Lo studio, pubblicato nell’attuale numero di Nature Human Behaviour, si aggiunge al vecchio dibattito “natura contro educazione” e dà ulteriore peso all’evidenza che l’architettura del cervello può svilupparsi indipendentemente dall’esperienza sensoriale. Per condurre lo studio, i ricercatori hanno confrontato l’attività cerebrale in tre diversi gruppi di individui: persone con sviluppo tipico, persone congenitamente cieche e persone congenitamente sorde. La risposta specifica del cervello è stata valutata con la risonanza magnetica (fMRI) mentre i soggetti stavano guardando o ascoltando la stessa versione modificata del film di Walt Disney “La carica dei 101”. Nello specifico, i non vedenti hanno ascoltato la versione uditiva del film, mentre i sordi hanno guardato la versione visiva. Le stesse condizioni sperimentali sono state adottate con individui vedenti e udenti tipicamente sviluppati. Le risposte cerebrali sono state quindi confrontate. «Misurando la sincronizzazione cerebrale tra le persone che guardavano il film e quelle che ascoltavano la narrazione, abbiamo identificato le regioni del cervello che accoppiavano le informazioni attraverso le modalità sensoriali», spiega Francesca Setti, ricercatrice in neuroscienze presso la Scuola IMT e prima autrice di la carta. “Abbiamo scoperto che una specifica porzione di corteccia, la corteccia temporale superiore, sostiene una rappresentazione del mondo esterno che è condivisa attraverso le modalità ed è indipendente da qualsiasi esperienza visiva o acustica sin dalla nascita, poiché la stessa rappresentazione è presente sia nei partecipanti non vedenti che in quelli con sordità”. Nel loro lavoro, i ricercatori hanno dimostrato che quest’area della corteccia cerebrale codifica varie proprietà di base degli stimoli e accoppia le informazioni provenienti dai due diversi sensi, il canale visivo e quello acustico. “In parole semplici, questa è la zona in cui l’immagine visiva di un ‘cane’ si accoppia con il segnale acustico del cane che abbaia, rendendo chiaro al nostro cervello che i due stimoli provenienti da due sensi diversi si riferiscono allo stesso ‘oggetto’ nel mondo”, dice Setti. “Nel complesso, questi dati mostrano che le caratteristiche visive e uditive di base sono responsabili della sincronizzazione neurale tra individui ciechi e sordi”, aggiunge Ricciardi. “Questa ricerca estende i risultati di studi precedenti di diversi laboratori, compreso il nostro, che indicano costantemente che la maggior parte dell’architettura morfologica e funzionale su larga scala nel cervello umano può svilupparsi e funzionare indipendentemente da qualsiasi esperienza sensoriale” commenta Pietro Pietrini, Direttore di MoMiLab (Molecular Mind Laboratory) presso la IMT School e coautore dello studio. “Le implicazioni più ampie sono che dovremmo promuovere strategie educative e politiche sociali più inclusive per le persone con disabilità sensoriali, poiché i loro cervelli sono gli stessi” conclude Pietrini.