Un ecosistema di ricerca che coinvolge università pubbliche, istituzioni universitarie, fondazioni, centri di ricerca e grandi aziende di interesse nazionale, tutti impegnati sullo sviluppo della ‘vision’ attuale e futura della cybersecurity. Può definirsi così la neonata fondazione Serics, acronimo che sta per Security and Rights In the CyberSpace, che vede l’università di Salerno quale soggetto capofila in un progetto di partenariato esteso finanziato dal Pnrr con 116 milioni di euro. Ieri, nell’aula magna d’ateneo, alla presenza, tra gli altri del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sono stati illustrati mission e obiettivi della fondazione, di cui sono partner dieci università italiane, dal Politecnico di Torino alla Ca’ Foscari di Venezia all’università di Cagliari, sette centri di ricerca, tra cui la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, e sei aziende, tra cui Eni e Fincantieri. “I 116 milioni di euro – spiega il rettore dell’università di Salerno, Vincenzo Loia – serviranno per 27 progetti, tutti incentrati su varie declinazioni della cybersecurity che verranno distribuiti su dieci centri nazionali, coordinati dall’hub”. “Stiamo parlando, a oggi – chiarisce – di 350 ricercatori che diventeranno, poi, 500 perché faremo 150 assunzioni e si aggregheranno altri gruppi di ricerca”. Da qui, Loia prevede che, “in tre anni, all’interno della fondazione Serics, che è il soggetto attuatore istituito proprio per eseguire tutte le attività legate a questo grande progetto, noi raggiungeremo la cifra di mille ricercatori, che sono un sistema importante di ricerca per il Paese, ma direi anche a livello internazionale”.