No agli sconti pazzi che mettono in ginocchio i ristoratori

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(di Tiziano Rapanà) Le piattaforme di prenotazione online di ristoranti propongono sconti e promozioni invitanti per il consumatore. Indubbiamente uno sconto, anche del 60%, sul pranzo e sulla cena fa gola e dona sollievo alle tasche sempre più vuote del consumatore. I tempi sono quelli che sono e se c’è da risparmiare ben venga. Tuttavia non si fa il bene dei ristoratori. Con Il lockdown prima ed il dramma delle bollette adesso, si è creata una situazione che ha dimidiato la potenza economica di un intero settore. Risparmiare è lecito, ma non si può pretendere di mangiare la carbonara a 8 euro. Se un ristoratore la prepara con degli ingredienti di primo livello deve inevitabilmente alzare il prezzo. Se usa del Pecorino romano DOP, un guanciale di qualità ed una pasta di valore, e penso ai prodotti eccellenti di aziende come Benedetto Cavalieri o Giuseppe Afeltra di Gragnano, deve necessariamente virare sui 15/16 euro… e data la situazione critica, mi sto tenendo basso. Perché con quei 15/16 euro, il ristoratore ci perde comunque. L’associazione di settore, Fipe-Confcommercio, lancia il suo messaggio di allarme con la speranza che qualcuno lo raccolga. Per l’associazione, le campagne di sconti “rischiano di aggravare ulteriormente la grave crisi che attraversa la ristorazione italiana”. Una crisi, aggiungo, che non è solo economica ma valoriale. Molti sedicenti foodblogger si lanciano su lodi sperticate verso qualunque rosticceria, pizzeria, trattoria di medio livello. L’ordinario diventa inspiegabilmente sbalorditivo, fino al punto da essere promosso nella classe dell’eccellenza. I clienti non hanno colpe: si deve in qualche modo risparmiare e colgono giustamente al volo l’occasione. Il nuovo governo dovrà dare risposte chiare ai ristoratori e fermare queste campagne promozionali, che creano una pericolosa concorrenza. Molti esercizi rischiano la chiusura: bisogna muoversi con celerità.

tiziano.rp@gmail.com