
Ha fatto impressione solo negli ambienti degli addetti ai lavori, un cambio con il botto; fuori, nel mondo degli utenti, non se ne è ancora accorto nessuno. Angelo Tanese, dominus incontrastato per anni della Asl Roma 1, la più importante, la più performante nel panorama della sanità laziale, lascia l’incarico e si trasferisce negli uffici prestigiosissimi di Palazzo Chigi per un incarico apicale. Lascia un vuoto, ma soprattutto una poltrona ambitissima. In termini di potere, di strutture, di personale, di bilancio, di bacino d’utenza. Già assegnata? Qualcuno assicura di sì. E difficilmente il prescelto verrà dalla squadra che oggi occupa i posti in Asl e Ospedali su indicazioni di una amministrazione di centrosinistra in scadenza. Manager in fuga? Qualcuno – si dice – ha già pronta la valigia; altri si ritengono al sicuri per aver fatto bene il loro lavoro, possono produrre risultati. E c’è anche chi con i vincitori delle elezioni, con il centro destra, non hanno mai “litigato”. Gli orfani di Zingaretti intanto si preparano ad una difficilissima campagna elettorale con sulle spalle il peso di una sonora sconfitta del centro sinistra. Dieci anni di governo regionale lasciano strascichi pesanti e la sanità del Lazio oggi non brilla per efficienza. E le inaugurazioni che si susseguono al ritmo di una al giorno oggi non rassicurano nessuno. Direttori generali di Asl e ospedali tengono il profilo basso, ma si registra comunque un sensibile aumento di iniziative, di attività sul territorio. Basteranno per garantirsi la poltrona? Sulla lavagna indicheremo soltanto i buoni. Quelli che stanno accelerando, come Tiziana Frittelli, Cristina Matranga, Daniela Donetti, e quelli che si danno da fare con criterio, come Giuseppe Quintavalle, Narciso Mostarda, Marinella D’Innocenzo, Cristiano Camponi, Silvia Cavalli.
Il Nuovo Cuotidiano di Roma e del Lazio