Diminuito il numero di siciliani che “sono andati fuori” per ricevere le cure

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Diminuisce il numero dei siciliani che, negli ultimi due anni, si è rivolto a strutture al di fuori dell’Isola per ricevere prestazioni sanitarie. Nel 2021, infatti, il dato della mobilità passiva extra regionale è 7,8% mentre nel 2019 era del 11-12%, con un risparmio per la Regione di 50 milioni di euro. Lo rivela l’analisi della mobilità passiva ospedaliera 2021, realizzata da Kpmg e presentata questa mattina a Palermo dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. Lo studio, mettendo a confronto l’ultimo periodo pre-pandemico (2019) ed il 2021 – non tenendo conto del “fermo” del 2020 causato dalla pandemia – ha dimostrato che i cittadini residenti nelle nove province siciliane hanno scelto di rimanere nel proprio territorio. Non solo per i trattamenti più semplici ma, in controtendenza con il passato, anche per ricevere cure di alta complessità. In particolar modo, il report analizza due principali macro-categorie: i ricoveri e la riabilitazione. Per quanto riguarda i primi, il dato è significativo: nel 2021, in totale, sono stati 33.793 i ricoveri fuori regione per un valore complessivo di 157 milioni e 432 mila euro. Nel 2019, erano stati 45.756 per un ammontare di 207 milioni 202 mila euro. Una differenza di più di 50 milioni di euro che, invece di confluire nelle strutture pubbliche e private delle altre regioni, sono rimasti in Sicilia. Per le riabilitazioni si passa dai 3.009 casi del 2019, per un valore di più di 18 milioni di euro, ai 1.759 del 2021, per un valore di circa 12 milioni di euro: sono quindi circa 6 i milioni di euro che rimangono nel circuito della sanità siciliana.
“Spesso si pensa che la regione siciliana sia uno dei luoghi di maggiore partenza per le cure fuori regione – ha detto l’assessore alla Salute Ruggero Razza nel presentare stamane a Palazzo d’Orleans il report -. Il 2021 così come come il 2019 segna invece un’importante inversione di tendenza. Se i siciliani sono tornati ad avere fiducia nei confronti della Sanità siciliana, il nostro sforzo però deve essere doppio – ha aggiunto – ancora oggi le liste d’attesa sono lunghe e con tempi in qualche caso inaccettabili”. La diminuzione del ricorso alle prestazioni sanitarie fuori Sicilia è ben visibile analizzando i flussi di mobilità verso le altre regioni. I siciliani che sceglievano di curarsi in Lombardia, nel 2019 erano più di 15mila, mentre nel 2021 passano a 9.700, con una spesa regionale che scende da 80 a 50 milioni di euro. In Emilia passiamo da 30 milioni di euro a 25, in Veneto da 22 milioni a 18, nel Lazio da 15 a 13, in Toscana da 13 a 10 e in Piemonte, infine, da 11 a 9. Si tratta, in prevalenza, di ricoveri per situazioni acute (31.845 casi, il 94% del totale), per riabilitazione (1.759, il 5%) o lungodegenza (189, l’1 %).
    Per quanto riguarda la divisione delle singole province, nel 2021 si rivolgono meno agli ospedali di altre regioni i residenti nelle province di Palermo (il 5%) e di Catania (5%). Seguono Siracusa (6%), Enna (6%), Ragusa (8%), Caltanissetta (8%), Messina (8%). Le province in cui si va di più a farsi curare fuori sono quelle di Agrigento (9%) e Trapani (11%). Inoltre, anche nei singoli territori il trend dei dati rivela una riduzione della spesa per i ricoveri extraregione rispetto al 2019. A Palermo passa dai 37, 7 milioni di euro del 2019 ai 29,2 del 2021; a Catania da 34,9 a 26,2; a Messina da 31, 6 a 24,5; a Trapani da 25,7 a 19,9; a Siracusa da 22,8 a 11,9; a Enna da 6,5 a 4,9; a Caltanissetta da 13,7 a 10,7; ad Agrigento da 22,6 a 18,4. In controtendenza Ragusa, dove il valore delle prestazioni nel 2021 è stato di 11,4 milioni contro i 9,2 del 2019.