I linfociti T CD8 +, ovvero cellule immunitarie ancorate ai tessuti, possono svolgere un ruolo fondamentale nella difesa contro gli agenti patogeni e contrastare efficacemente le cellule tumorali. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Immunology, condotto dagli scienziati dell’Università della California a San Diego. Il team, guidato da Ananda Goldrath, Max Heeg e John Crowl, ha sviluppato un nuovo atlante per descrivere le funzionalità dei linfociti T. Alcune cellule immunitarie, spiegano gli autori, circolano in tutto il corpo, mentre altre si stabilizzano all’interno degli organi per proteggere i siti di ingresso. Il gruppo di ricerca ha esaminato questa seconda categoria per comprendere come esse si adattino ai diversi tessuti e reagiscano alle minacce esterne. “Identificare i percorsi dei linfociti T – afferma Goldrath – potrebbe aiutarci a scoprire nuovi bersagli per la progettazione strategica di farmaci e trattamenti volti a fornire la massima protezione all’organismo. Questo approccio permetterebbe di stimolare le cellule immunitarie a intervenire nelle fasi iniziali di un’infezione oppure di un tumore”. Quando si verifica un’infezione, spiegano gli autori, il sistema immunitario attiva i linfociti T CD8 + e li indirizza ai tessuti infetti per esaminare le cellule alla ricerca di agenti patogeni. Con la guarigione, il numero di queste cellule patogeno-specifiche diminuisce, anche se una piccola quantità resta come difesa a lungo termine contro futuri attacchi provenienti da minacce simili. Gli scienziati hanno esaminato le cellule T di memoria residenti nei tessuti di un modello murino, analizzando reni, milza, intestino tenue e fegato. Stando a quanto emerge dall’indagine, ogni popolazione di cellule T è governata da processi unici basati sul tessuto specifico in cui si trovano. Gli studiosi ipotizzano che questo lavoro possa portare allo sviluppo di terapie ingegnerizzate personalizzate, in grado di contrastare efficacemente tumori e infezioni durante le fasi iniziali.