‘‘Da due anni ci stiamo misurando con shock di ampiezza e misure inusuali” che hanno come conseguenza il ”rallentamento dell’attività economica”. ”Viviamo in un momento di grande incertezza” ma il governo è impegnato per ”evitare che il paese torni in recessione”. ”E’ dalle imprese che primariamente verrà la ripresa” che devono crescere di dimensioni, puntando sugli investimenti. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, traccia il percorso da seguire per superare il difficile momento. ”La gestione dell’emergenza non ci deve far perdere di vista il nostro problema principale: la bassa crescita”, sottolinea intervenendo al convegno della Consob ‘La corporate governance in epoca di transizioni’.
Negli ultimi due anni, ricorda Franco, si sono susseguiti eventi inattesi come ”la pandemia più importante dell’ultimo secolo, l’aumento dei prezzi dell’energia di gradi dimensioni, la guerra in Europa”. A causa del rallentamento dell’attività economica e dell’aumento dell’inflazione ”viviamo in un momento di grande incertezza”. ”Il governo è ripetutamente intervenuto per mitigare le ripercussioni del forte shock sull’economia. Nella prima parte del 2022 con 4 successivi decreti legge il governo ha attuato misure per oltre 30 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di evitare che il paese torni in recessione”.
”Dobbiamo porre termine a un ventennio di sostanziale stagnazione: dal 2000 all’insorgere della pandemia il pil italiano è rimasto sostanzialmente stagnante mentre è aumentato di quasi la metà negli Stati Uniti, di oltre un terzo in Spagna, di un quarto in Germania e Francia”, osserva Franco. ”La bassa crescita riflette fattori diversi”, sottolinea, segnalando “innanzitutto la debole dinamica degli investimenti in capitale fisico”.
Secondo il ministro ”è d alle imprese che primariamente verrà la ripresa della nostra economia, in questo il ruolo della Consob sarà fondamentale”. Le misure contenute nel libro verde, sottolinea, ”individuano molte aree di intervento importanti” su cui occorre intervenire ”in maniera ragionata e condivisa”. ”Dobbiamo continuare a operare per rendere più solida la struttura finanziaria delle imprese e per incoraggiare l’assunzione di rischi per progetti a elevato contenuto innovativo” attraversi gli investimenti.
La proprietà familiare, che in Italia è particolarmente diffusa, ”non è, di per se, un elemento negativo” perché ha dimostrato una ”maggiore resilienza’‘, spiega il ministro. ”Allo stesso tempo presentano, in media, una più bassa produttività del lavoro e una minore crescita del fatturato, da ricondurre a una ridotta propensione a investire, a innovare il processo produttivo, ad adottare nuove tecnologie”. ”Esistono margini di miglioramento che possono contribuire ad accrescere la produttività del nostro tessuto produttivo”, sottolinea.
Franco ricorda che nel 2019 gli investimenti fissi lordi ”costituivano il 18% del Pil, a fronte di una media dell’area dell’euro di circa il 22%. Dopo la flessione del 2020 il 2021 ha visto un’inversione di tendenza con un’incidenza pari al 20%” e ”puntiamo a raggiungere il 22% nei prossimi anni, in linea con la media europea”, annuncia Franco. ”L’altra parte degli investimenti -sottolinea- dovrà essere effettuata dal settore privato, soprattutto dal mondo dell’impresa”.
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