Ryanair ha chiuso il suo anno finanziario perdendo circa 3,7 euro per ogni passeggero trasportato, un decimo del rosso registrato nei dodici mesi precedenti e si prepara a tornare in attivo già nel 2022 dopo un triennio in negativo a causa del Covid. È questo uno dei risultati più significativi che emerge dalla lettura del bilancio della principale low cost d’Europa e una delle compagnie con il maggior numero di voli giornalieri nel mondo. Il documento, tra le altre cose, sottolinea il peso specifico sempre maggiore dell’Italia: un quarto dei ricavi dell’intero gruppo è stato generato proprio nel nostro Paese.
Il bilancio
Nell’anno finanziario 2022 (che è iniziato ad aprile 2021 ed è terminato lo scorso marzo) Ryanair ha registrato una perdita netta di 354,7 milioni di euro contro gli 1,01 miliardi di euro dei dodici mesi precedenti. Il fatturato è passato da 1,64 miliardi a 4,8 miliardi, grazie anche al balzo dei passeggeri — in conseguenza dell’allentamento delle restrizioni — da 27,5 a 97,1 milioni. Per i successici dodici mesi Ryanair prevede di imbarcare 165 milioni di persone, superando così i 149 milioni del periodo pre-Covid.
L’impatto delle crisi
Gli incrementi mostrano come l’aumento dei viaggiatori (+253%) sia stato maggiore di quello dei ricavi (+193%) rispetto al 2021. E infatti la tariffa base media è stata di 27,32 euro — secondo i calcoli del Corriere —, al netto dei ricavi extra, in calo del 27% fa notare la compagnia nella nota finanziaria «a causa del Covid, della variante Omicron e dell’invasione dell’Ucraina». Condizioni che persistono anche in questa parte dell’anno e per questo la low cost si aspetta tariffe — nel trimestre aprile-giugno 2022 — ancora inferiori a quelle dello stesso periodo del 2019, mentre dovrebbero salire di poco sopra a tre anni fa durante l’estate (luglio-settembre).
Il peso degli extra
Aumenta il peso dei ricavi extra (imbarco prioritario, bagaglio in stiva, scelta del posto, ecc): negli ultimi dodici mesi contabili sono saliti a 22,13 euro per viaggiatore, il 45% dell’introito medio da ogni passeggero che è stato — considerando anche i 27,32 euro di tariffa base — di 49,44 euro. Il gruppo low cost sottolinea che i maggiori ricavi arrivano dalla società «madre», Ryanair Dac (con sede in Irlanda). Ma balzano i ricavi di Malta Air, la sussidiaria maltese che di fatto gestisce tutti i voli (nazionali e internazionali) dall’Italia. Mentre nel complesso Buzz (con sede in Polonia) e Lauda Europe (con sede a Malta) sono le compagini minori.
I principali mercati
I documenti depositati sottolineano l’importanza del nostro Paese. Nell’anno finanziario terminato il 31 marzo 2022 Ryanair ha venduto biglietti e servizi in Italia per 1,19 miliardi di euro, cioè un quarto dei ricavi complessivi, avendo trasportato il 23% dei passeggeri nel mercato italiano. Al secondo posto, distanziata, la Spagna con 874 milioni di euro — un tempo erano quasi alla pari —, poi Regno Unito (564 milioni) e Irlanda (230 milioni), aree nelle quali Ryanair ha dovuto fare i conti anche con le restrizioni.
La flotta
Il gruppo comunica poi di aver coperto l’80% degli acquisti di cherosene richiesto quest’anno, ma avverte che «il 20% non coperto comporterà aumenti dei costi non previsti». Scende anche l’indebitamente ridotto a 1,45 miliardi dai 2,3 miliardi precedenti. Nei prossimi mesi Ryanair vuole portare a 70 i Boeing 737 Max 8200 (da 197 sedili) per aumentare l’offerta estiva del 15% rispetto all’estate 2019, quindi ben al di sopra dei valori pre-Covid. Per il periodo aprile 2022-marzo 2023 la low cost non ha pubblicato numeri, ma la società d’analisi Raymond James si aspetta 1,43 miliardi di euro di profitti, cioè 8,7 euro a viaggiatore.
I numeri di Emirates
Il Covid impatta anche sui conti del gruppo Emirates che ha chiuso i dodici mesi finanziari con un rosso di 3,9 miliardi di dirham (1,02 miliardi di euro), anche se in netto miglioramento rispetto all’anno prima (-7,9 miliardi di euro), mentre Dnata — la divisione di servizi di terra — torna a fare profitti (28,7 milioni di euro contro -476 milioni del 2020-21). I ricavi di Emirates sono saliti a 15,46 miliardi di euro «grazie alla presenza globale della compagnia e al ripristino di un maggior numero di voli passeggeri», spiega il vettore in una nota. I dodici mesi contabili si sono chiusi con una perdita per Emirates di 52,25 euro a passeggero trasportato, sensibilmente diminuiti anche perché i viaggiatori sono triplicati passando da 6,55 milioni a 19,56 milioni.
Leonard Berberi, corriere.it