Il gruppo biofarmaceutico Kedrion, nella foto l’a. d. Val Romberg, specializzato nello sviluppo, produzione e distribuzione di terapie plasma-derivate e nella raccolta di plasma, ha chiuso il2021 con un utile netto di 11,6 milioni di euro, pressoché raddoppiato rispetto ai 6 milioni del 2020. Tra gli altri dati, il fatturato consolidato è stato di 660,4 milioni di euro, in calo del 5,3% rispetto all’anno precedente (697,2 milioni di euro); l’export ammonta all’83%. Gli Stati Uniti rimangono il primo mercato di sbocco con una quota del 43,0% del fatturato, seguiti dall’Europa con il 32,4% (l’Italia è al 16,7%) e dal Resto del Mondo con il 24,7%. Il Mol è stato di 99 milioni, il 15% del fatturato, con una redditività in crescita rispetto al 13,8% del 2020.
“La pandemia ci ha posto delle sfide notevoli nel 2021, e a questo si è aggiunto un contesto di business complicato, ma l’azienda si è dimostrata forte, è riuscita a rimanere concentrata sul contenimento dei costi; ha completato alcune acquisizioni strategiche; e ha trovato dei modi per aggirare il problema dei minori volumi di plasma, effetto della pandemia”, ha detto Paolo Marcucci, presidente esecutivo.
Kedrion, afferma una nota, “è pronta a un’ulteriore crescita a livello internazionale facendo riferimento alla recente partnership tra la famiglia Marcucci e Permira, società globale del private equity che ha da poco sottoscritto un’intesa per acquisire e combinare insieme Kedrion e l’azienda biofarmaceutica BPL, basata nel Regno Unito. La combinazione delle due aziende creerà un player globale nel campo dei medicinali plasma-derivati, essenziali per il trattamento di pazienti che convivono con malattie rare e gravi”.